Sebastian Vettel: “Ferrari, un sogno che si avvera”

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© Ferrari Press Area

Manca meno di una settima al Gran Premio d’Australia e in casa Ferrari ne abbiamo viste delle belle. Tante persone hanno lasciato il team di Maranello, a partire dal presidente Luca Cordero di Montezemolo che dopo tante vittorie con la rossa ha deciso di iniziare una nuova avventura manageriale. Poi tra i nomi illustri troviamo Fernando Alonso, che ha riempito le pagine dei media con la vicenda McLaren. E alla fine chi è restato ? Tra i primi troviamo Kimi Raikkonen e James Allison. La Ferrari ha deciso veramente di cambiare passo con l’ingresso di Sergio Marchionne alla presidenza e Maurizio Arrivabene come direttore sportivo al posto di Marco Mattiacci e prima di Stefano Domenicali. Ma questa ormai è una storia passata perchè il futuro della rossa arriva ancora dalla Germania come il Campione Michael Schumacher .27 anni all’attivo e una gran voglia di vestire la “tuta rossa”. Di chi stiamo parlando ? Di un ragazzo che da quando aveva 13 anni sognava di sedersi al volante di una monoposto Ferrari. Guardava il suo amico Michael mentre alzava i trofei e sognava. Sebastian Vettel ci racconta come è arrivato alla Ferrari grazie ad una intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.

vettel-con-schumacherE’ una vicenda che comincia da lontano. Avevo 13 anni, era il 2003, quando riuscii a entrare nel box della Ferrari al Nürburgring. Mi ritrovai lì perché correvo nella Formula Bmw. Non conoscevo nessuno salvo Michael. Poi, arrivato alla Toro Rosso ho cominciato a salutare Stefano Domenicali e i tecnici Ferrari che curavano il mio motore. Con Domenicali, a partire dal 2008 quando ero in Red Bull, ho discusso di tanto in tanto di quello che poteva essere un mio potenziale futuro in Ferrari. Nel 2010 un altro approccio, ma sempre senza cose per iscritto. Nell’inverno fra il 2012 e 2013 sono persino andato in segreto a Maranello a incontrare Montezemolo e conversare sullo stesso argomento“.

vettel-e-arrivabeneFinché a metà dello scorso anno, quando Domenicali non c’era più e i contatti continuavano, ho incontrato Marco Mattiacci e ho di nuovo parlato con Montezemolo. Ma anche Montezemolo e Mattiacci a un certo punto sono usciti di scena. La trattativa è andata comunque avanti e ho chiesto un parere a Sabine Kehm, la manager di Schumacher. Purtroppo non ho potuto parlare con Michael…“.

Poi mi ha telefonato dicendomi che sarebbe stato felice se fossimo riusciti a far qualcosa insieme. Gli ho chiesto come si fosse procurato il mio numero di cellulare, si è messo a ridere. Il suo è stato un messaggio chiarissimo: la Ferrari mi voleva. Ed era il passo che alla fine desideravo anch’io.“.

Un pensiero a Enzo Ferrari
Aveva una visione e l’ha concretizzata. Credo sia stato un uomo duro, formidabile nel creare un’azienda e un movimento di passione legato alle corse. Il che ne ha fatto un costruttore diverso dagli altri. Enzo Ferrari in Italia è cultura.“.

4 titoli con le macchine progettate da Adrian Newey.
Un uomo chiave. Dopo il 2008, con le nuove regole e la RB5, è arrivata la svolta e sono cominciati i Mondiali. Un ingegnere di intuizioni, un leader capace di mettere assieme la gente giusta dando la direzione“.

alonso-schumacher-vettelSei sincero nelle interviste?
Io non sono uno abituato a dire bugie“.

Questo è tutto, ma se volete leggere l’intervista integrale potete visitare il sito della Gazzetta dello Sport