«Schumacher può farcela», la conferma arriva dai luminari del settore
Sono trascorsi oltre quattro mesi dall’incidente che ha visto Michael Schumacher protagonista sulle nevi di Meribel. Era il 29 dicembre del 2013 e, quasi senza rendercene conto, la degenza ospedaliera del sette volte campione del mondo si è protratta per un tempo lunghissimo. Nonostante i primi rumors drammatici, Schumacher, almeno stando all’autorevole voce di Sabine Kehm, starebbe migliorando, piccolezze che però fanno ben sperare, anche se non ci è dato sapere in cosa consistono i momentanei risvegli dal coma. Per provare a fare luce sulla faccenda, il QN ha intervistato la dottoressa Caterina Pistarini, Primario di Neuroriabilitazione e Unità di Risveglio presso la Fondazione Salvatore Maugeri di Pavia e attuale Presidente della Società Italiana di Riabilitazione Neurologica.
Secondo la Prof. Schumacher sarebbe stato sottoposto a una serie di stimoli verbali e sensoriali che vengono somministrati dal riabilitatore: «Quando un paziente si sveglia da un trauma cranico, può evolvere con una ripresa della coscienza e della consapevolezza, oppure semplicemente della vigilanza – ha sottolineato la dottoressa – Nel caso di Schumacher le notizie disponibili non sono sufficienti per commenti approfonditi. Si può fare un discorso generale relativo a come evolvono certi pazienti ma non è possibile pronunciarsi più di tanto su quali saranno le possibilità di ripresa dopo un trauma simile. Sicuramente è positivo, come è stato riferito, che Schumacher abbia dei momenti di coscienza e risveglio», ha concluso il Primario.