Rodin Cars, il dietro le quinte del rifiuto della FIA

Rodin Cars FIA

© Rodin Cars Sito

Un programma interessante per il panorama del motorsport, che purtroppo la FIA non ha approvato, negando l’accesso al Circus a Rodin Cars

Entrare in Formula 1, si sa, è un processo lungo e difficoltoso. Negli ultimi mesi si è parlato molto della possibile apparizione di nuovi team all’interno del paddock. Tra questi, per ora, l’unico ad aver ottenuto l’okay della FIA è stato quello di Michael Andretti, che scenderà in pista a partire dal 2025. Tra i no che la Federazione ha dispiegato qua e là, c’è invece anche quello nei confronti di Rodin Cars: il marchio neozelandese ha voluto raccontare i retroscena del rifiuto arrivato dalla FIA, spiegando anche il programma alla base della sua candidatura, che ritiene essere interessante per tutti gli appassionati del motorsport.

In particolare, la caratteristica più importante della propria presentazione, riguardava l’assunzione di una donna come volto di uno dei due piloti. Jamie Chadwick, infatti, avrebbe dovuto comporre parte della line-up del team Rodin Cars. Aveva già avuto la possibilità di testare le monoposto in Nuova Zelanda, dichiarando di aver avuto delle ottime sensazioni all’interno dell’abitacolo. Ma non solo. La candidatura di Rodin Cars si apriva anche ai piloti più promettenti delle categorie inferiori, per dare voce e spazio anche ai ragazzi e alle ragazze più giovani, che finora non avevano avuto la possibilità di tentare la scalata al successo.

IL RACCONTO DI ROBIN CARS

Vogliamo sottolineare che il nostro obiettivo non è criticare la FIA o chiederle di rivedere la sua decisione“, ha spiegato il marchio neozelandese. “Rispettiamo la loro scelta e ne accettiamo le conseguenze. Vogliamo solo condividere un’informazione che pensiamo possa essere interessante per tutta la comunità della Formula 1. Volevamo riservare un sedile a un pilota donna. Abbiamo fatto dei test con Liam Lawson, Jamie Chadwick e Louis Sharp nella nostra fabbrica […] utilizzando le nostre vetture simili a quelle della GP2 o Formula 2 di oggi, così come a quelle della Formula 3. Jamie si è sentita eccezionalmente bene e se fosse possibile non esiteremmo a dedicarle uno di quei sedili“.

Nel comunicato Rodin Cars evidenzia non tanto il rifiuto della FIA, quanto il programma di base su cui la candidatura stessa era stata progettata, ritenuto rivoluzionario per un contesto come quello della Formula 1. “Anche se Andretti ha una lunga storia nelle gare degli Stati Uniti, il nostro programma offre un percorso fino alla Formula 1 per i piloti che gareggiano nelle categorie britannica ed europea. Apprezziamo che la FIA ci abbia dato l’opportunità di presentare questa candidatura e auguriamo il meglio al nuovo team Andretti“.