Pneumatici 2026: Pirelli pronta ad avviare i test
Pneumatici 2026 e pneumatici attuali: quali sono le differenze?
Gli obiettivi che la Pirelli si è posta entro la fine del 2024 per quanto riguarda il processo di sviluppo dei nuovi pneumatici sono due: definire con esattezza il profilo degli pneumatici stessi e rifinire il profilo delle mescole da bagnato. Le caratteristiche che differenzieranno il nuovo modello da quello attuale sono diverse, volte a influire positivamente sulle performance della vettura. Gli pneumatici 2026 saranno più piccoli rispetto a quelli attuali, con una riduzione della larghezza di 25mm per gli anteriori e di 30mm per i posteriori. Anche il diametro sarà ridotto, passando dagli attuali 720mm a una cifra compresa tra i 705 e i 710mm. Le ruote però rimarranno sempre a 8 pollici, in modo tale che il peso di un treno completo di pneumatici sia inferiore di 4-5 chili rispetto a quello odierno.
L’importanza della simulazione
Prima di giungere al circuito, lo sviluppo degli pneumatici 2026 è già iniziato a livello virtuale. Pirelli utilizza avanzati strumenti di simulazione che permettono di creare modelli virtuali altamente precisi, già condivisi con i team di Formula 1 per essere caricati nei loro simulatori. Questo processo consente di anticipare eventuali problemi e di delineare le prestazioni degli pneumatici prima ancora di costruire i primi prototipi. “A seconda della situazione, la virtualizzazione rappresenta più del 50% del nostro sviluppo“ afferma Mario Isola, responsabile della Pirelli in Formula 1. “Pensiamo al 2022, quando abbiamo iniziato con pneumatici da 18 pollici. Li abbiamo testati in pista con vettura adattate, ma quelle monoposto avevano le caratteristiche delle vetture di prima. Abbiamo dovuto affidarci ai modelli – virtuali – per confrontare le informazioni raccolte in pista“.
“Nel 2016 è stato lo stesso” prosegue. “La FIA ha deciso di installare pneumatici più larghi nel 2017 per aumentare le prestazioni di 5 o 6 secondi al giro. Abbiamo fatto i test con vetture che non riuscivano a raggiungere quel livello di prestazioni e avevamo molte incognite riguardo allo stress della monoposto reale, ma, grazie ai modelli virtuali, è stato possibile simulare quel livello di stress, la rigidità in curva, l’integrità. Quando avremo un cambiamento normativo come quello del 2026, la virtualizzazione rappresenterà più del 50% del nostro sviluppo e i test in pista saranno solo l’ultima convalida. E ora utilizziamo questo sistema anche quando non ci sono grandi cambiamenti normativi, perché è stupido non usare la tecnologia quando la si ha a disposizione”.
Calendario dei test
Il programma di sviluppo di Pirelli prevede l’inizio dei test in pista già a settembre, con il primo appuntamento fissato sul Circuit de Barcelona-Catalunya. In questa occasione, sarà l’Aston Martin a testare i nuovi pneumatici con una vettura appositamente adattata. “A metà settembre avremo il primo test a Barcellona con l’Aston Martin”, conferma Mario Isola. “Poi avremo un secondo test a metà ottobre con la McLaren e poi un ultimo test sul bagnato con l’Alpine a ottobre o all’inizio di novembre. Dobbiamo inserire le sessioni di test nel calendario, perché i team devono allocare le risorse che sono già destinate alle gare. Bisogna trovare dei compromessi con loro, ma abbiamo tre sessioni previste per la fine di questa stagione”.
Entro la fine dell’anno, Pirelli punta quindi a finalizzare il disegno delle mescole da bagnato, continuando poi il lavoro specifico su ciascuna mescola nel 2025. “Lì vogliamo definire il disegno e il profilo delle mescole. Gli stampi sono la parte più difficile del lavoro, perché realizzare un nuovo stampo e modificarlo richiede molto tempo. Poi finiremo la costruzione e infine svilupperemo i compositi. Di solito questo è il tipico sistema di sviluppo“.
Di: Maia Conti