Philippe Bianchi: “Jules ha fatto conoscere a Charles Leclerc la passione per la guida”

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Credits: Charles Leclerc Official Twitter Account

Il padre di Jules Bianchi, Philippe, parla di suo figlio, della sua passione e dell’amicizia con la famiglia Leclerc

In un’intervista per “mowmag”, Philippe Bianchi racconta diversi aneddoti e storie su suo figlio e sulla famiglia Leclerc. Fin da bambini le strade delle due famiglie hanno iniziato ad intrecciarsi e probabilmente a tutti piace pensare, proprio come afferma Philippe, che Charles stia finendo ciò che Jules aveva iniziato in Ferrari prima della sua morte. Proprio per questo il padre di Bianchi ci rivela che è stato proprio suo figlio ad avvicinare Leclerc alla sua passione per i kart, questo e molto altro.

Philippe racconta come senza Jules probabilmente Charles Leclerc non sarebbe mai arrivato in Formula 1:Charles era più piccolo di Jules di otto anni e quando ha iniziato a correre con i kart Jules lo ha preso sotto la sua protezione. Gli dava consigli utili, faceva in modo di guidarlo per migliorare velocemente. Poi è stato lui a presentargli il suo manager, Nicolas Todt, che è ancora oggi il manager di Leclerc. Con Jules erano come fratelli, mio figlio era il maggiore e lui era il minore”. 

La domanda più commovente arriva quando viene chiesto a Philippe come fosse Charles da bambino e il rapporto con suo padre: “Era già come lo vedete oggi. Molto sicuro e convinto ma estremamente solare ed educato. Mi ricordo soprattutto della sua passione per la guida, che era incredibile. Proprio come quella di Jules. Hervé, il papà di Charles, era come un fratello per me. Ci siamo scelti. Hervé era una persona assolutamente geniale e molto brillante, un papà fuori dal comune, un amico, un fratello eccezionale dotato di un’intelligenza rara. Mi manca moltissimo”.

IL PERICOLO NELLA F1 E I PILOTI CHE SONO STATI VICINI A JULES

Vengono toccati anche temi estremamente delicati e purtroppo ancora attuali come il pericolo nella Formula 1 e la presenza ancora ingombrante di auto o gru sulla pista. “L’incidente di Jules ha permesso di aumentare considerevolmente la sicurezza in Formula 1 e di porre attenzione a fattori che prima non venivano presi in considerazione. Nonostante a volte ci siano ancora scene discutibili fortunatamente non assistiamo più a incidenti così tragic”.

Ma chi c’è stato realmente alla morte di Jules? Philippe Bianchi fa anche qualche nome: “Charles è stato un sostengo incredibile per Jules e la nostra famiglia nei mesi dopo l’incidente e lo è ancora, ma è importante ricordare anche Romain Grosjean, Pierre Gasly e Daniel Ricciardo. Poi penso che nessuno, oggi come allora, desideri parlare molto di quel dramma, ma tutti i piloti sono rimasti molto segnati”.

In seguito alla morte di Jules, la sua famiglia ha deciso di istituire un’associazione a suo nome che ha come scopo quello di sostenere l’ospedale “L’archet à Nice” e di fornire aiuto ai pazienti con lesioni cerebrali, proprio come il pilota. “Abbiamo finanziato lì un letto d’ospedale dotato di servizi igienici e anche un simulatore di guida per verificare la predisposizione dei pazienti a rimettersi al volante su strada. Il prossimo obiettivo sarà finanziare un apparecchio per la riabilitazione di pazienti con difficoltà motorie e di proporre loro una rieducazione in base ai loro bisogni”.