mercedes dominio

Credits: Zak Mauger/LAT Images

I numeri non mentono: la Mercedes di Hamilton-Wolff ha fatto persino meglio della Ferrari di Schumacher-Todt!

Si possono usare tanti termini per definire il dominio schiacciante impresso dalla Mercedes nelle ultime sei stagioni. Metaforicamente, quello imposto da Stoccarda è come fosse un regime tirannico, che lascia poca libertà agli oppressi. Lo si evince dai numeri monstre inanellati dalla casa tedesca negli ultimi sei anni, ovvero da quando le power unit ibride hanno trasformato la Formula 1 in una “formula motore”, ridimensionando il peso dell’aerodinamica nella performance globale del mezzo e con esso l’egenomia della Red Bull, che aveva spadroneggiato nei quattro anni precedenti (2010-2013).

Ma non è con il dominio Red Bull che i numeri vanno messi a confronto. Anche perché, a ben vedere, la Red Bull non dominò per quattro anni, ma per due: 2011 e 2013. Nelle altre due occasioni, Vettel dovette sudarsi il titolo fino all’ultimo sangue con Alonso. L’era che gli addetti ai lavori hanno invece richiamato per rapportare i successi della Mercedes risale ai primi anni Duemila e corrisponde all’epopea Ferrari. Quella targata Schumacher-Todt-Brawn-Montezemolo. La Rossa veniva da almeno quattro anni in cui l’agognato Mondiale Piloti rimase un sogno solo accarezzato, salvo poi invertire la tendenza nel fatidico 2000. Fino a Spa, il Mondiale rimase in bilico, ma dopo Monza e il pianto liberatorio di Schumacher, l’intera squadra entrò come in un’altra dimensione, monopolizzando il finale di quella stagione, più tutto il 2001, 2002 e 2004. Più sofferto fu il 2003, quando Schumacher mise il titolo in cassaforte solo nella prova finale, sulla stessa Suzuka che domenica ha sorriso alla Mercedes.

Quello Ferrari sembrava un dominio difficilmente ripetibile, eppure la Mercedes ha fatto meglio. La casa tedesca si è infatti assicurata, oltre al titolo Costruttori, anche quello Piloti, che con matematica certezza andrà a Hamilton oppure a Bottas (ma è chiaro che lo vincerà il britannico). Per il sesto anno consecutivo, quindi, a Brackley festeggeranno ambedue i titoli: mai nessuno, nella storia, era arrivato a questa vetta. Il record precedente apparteneva proprio alla Ferrari, che centrò sei titoli Costruttori consecutivi (1999-2004) ma “solo” cinque Piloti, perché nel ’99 a vincere fu Mika Hakkinen sulla McLaren.

CONFRONTO TRA TITANI

Se paragoniamo le stagioni dal 2000 al 2004 per la Ferrari con quelle dal 2014 al 2019 per la Mercedes, notiamo che la casa di Stoccarda ha persino fatto meglio della Rossa di Schumacher. Tralasciando i numeri assoluti (perché la Mercedes ha avuto a disposizione più gare), focalizziamoci sulle percentuali. Nel quinquennium aureum dal 2000 al 2004, la Ferrari ha vinto il 62.2% delle gare (63 su 101), mentre la Mercedes ibrida il 73.5% (86 su 117). Anche nei podi e nelle pole, le macchine argento sono davanti a quelle rosse: 66.3% di podi per la Ferrari del 2000-2004, 74.4% per la Mercedes del 2014-2019. 52.2% la percentuale di pole Ferrari in quell’epoca, mentre la Mercedes del periodo d’oro è arrivata finora a 78.6%. Ambedue i team appaiono più deboli nei giri veloci: “solo” il 47.9% dei giri veloci dal 2014 a oggi è stato siglato da una Mercedes, contro il 39.6% della Ferrari dei primi Duemila. I numeri non mentono: se le vette raggiunte dalla Ferrari sembravano le più alte, Mercedes ha volato ancor più su.