Marko: “Abbiamo supportato Lauda affinchè prendesse Lewis”

Helmut Marko

© Red Bull Content Pool

Quattro titoli mondiali, svariati successi, eppure nel futuro di Lewis Hamilton ci sarebbe potuta essere la Red Bull

Nella vita come nello sport, si fanno scelte che possono condizionare inesorabilmente il proprio futuro. E’ il caso di Lewis Hamilton, che nel 2012 scelse, non senza scetticismi, di accasarsi in Mercedes, prendendosi un rischo non da poco. Inutile dire che la scommessa è stata stravinta. Eppure a suggerire alla Mercedes Lewis Hamilton come post Schumi, fu Helmuth Marko, il talent scout della Red Bull.

Nel 2012 anche la Red Bull era interessata al campione inglese, ma alla fine si decise di confermare la coppia Webber-Vettel. A quel punto il Dr.Marko invitò il connazionale Lauda a metter sotto contratto Hamilton, convinto che quella mossa avrebbe indebolito la McLaren, all’epoca loro rivale, e rinforzato la Mercedes.

In realtà il consulente austriaco credeva che la permanenza in un team di centro classifica, come la Mercedes di allora, avrebbe aumentato il suo desiderio di accasarsi in una squadra di vertice, magari proprio in Red Bull. Tuttavia, a distanza di sette anni, Marko riconosce di aver sbagliato.

“Lewis non era contento della McLaren, ma noi non avevamo posto. Quindi ho pensato che sarebbe stato meglio se fosse andato in Mercedes e quel punto abbiamo supportato Lauda affinchè lo prendesse”, ha dichiarato Helmuth Marko al portale web tedesco Motorsport-Total.

“La McLaren era il nostro avversario più forte in quel momento. Al giorno d’oggi sarebbe stato meglio se fosse rimasto li”, ha aggiunto l’austriaco. I negoziati tra Red Bull e Hamilton raggiunsero un livello talmente avanzato, che la rivista austriaca Sport Woche pubblicò una copertina, in cui veniva ritratto Hamilton con la tuta della Red Bull. Ma le trattative fallirono per due motivi: in primis, perchè nel 2014 a Milton Keynes arrivò un giovane in rampa di lancio, un certo Daniel Ricciardo; in secundis la Mercedes intraprese un processo di crescita spaventoso, che proprio nel 2014 la portò ad essere la macchina da battere. Il piano di Helmuth Marko, sette anni dopo, può dirsi fallito.