Le 5 curiosità che non sapevi su Fernando Alonso

Credits: Aston Martin Twitter

Cosa si cela dietro alla personalità più eccelsa del Motorsport? Ecco 5 curiosità che non ci si aspetta su Fernando Alonso

Fernando Alonso è senz’altro capace di suscitare curiosità e far parlare di sé nel bene e nel male. E’ il passato, il presente e il futuro di una Formula 1 in cui è approdato da ragazzino nel 2001 e in cui è diventato uomo, ma anche leggenda. Oltre a essere appunto uno di quei personaggi che fa più discutere di sé. Quando si tratta dell’asturiano infatti trovare vie di mezzo è impossibile.

O lo si ama alla follia o lo si odia, o se ne apprezza il talento smisurato, la caparbietà e il non arrendersi mai, o si riduce il tutto a: “Ma perché gareggia ancora con un mezzo non capace di portarlo alla vittoria?”. O se ne adora la schiettezza cruda e senza mezzi termini o si ritiene che non sappia tenere a freno la lingua. La cosa certa è che fa parlare di sé e che anche dietro a ogni critica, si riesce a scoprire l’essenza e la personalità eccelsa di un pilota che incarna il Circus stesso. Ecco 5 curiosità che non ci si aspetta su Fernando Alonso.

1. Competitivo sin da bambino, nella quotidianità e non solo…

Lo spagnolo ha trascorso tutta la vita a correre, anche da bambino, ma non soltanto su una monoposto. Il suo viaggio per andare e tornare da scuola era emozionante come nessun altro. Aveva creato “tre settori intermedi” lungo il percorso, mediante un ponte, un cartello e un gatepost, e ogni mattina mentre correva attraverso le tranquille e ombreggiate strade di Oviedo, si era prefissato due obiettivi: migliorare i suoi tempi in ogni settore ed essere più veloce della nonna, il cui compito era quello di portarlo a scuola. Simbolo che la competizione fa parte dell’asturiano anche nella quotidianità. Infatti, anche al supermercato va correndo con la madre, perché seppur ama fare la spesa, anche in quel caso vuole sempre stare davanti.

2. Un simbolo per la Spagna

In Spagna è considerato un’icona: colui che è riuscito a far innamorare un’intera nazione della Formula 1, ipnotizzandola con le sue maestrie in pista. È senz’altro tra i piloti spagnoli più forti della storia del Circus: nessuno spagnolo, infatti, aveva mai ottenuto un risultato migliore del quinto posto in Campionato prima di lui. Alonso detiene anche il record di più giovane spagnolo ad aver vinto una gara nella massima serie a 22 anni e 26 giorni d’età.

Nelle sue adorate Asturie, Fernando è considerato una divinità. Nel 2015, vicino la sua città natale, Oviedo, ha inaugurato un museo interamente dedicato alla sua carriera e non solo. In esso, sono esposte le monoposto con cui ha gareggiato: a partire dai kart. Oltre ai motori, vi sono anche le sue tute e i suoi caschi. Ma non finisce qui: vi è anche un tracciato omologato per kart. Alonso, infatti, prendendo spunto dalle curve e dai rettilinei dei suoi tracciati preferiti, ha disegnato un circuito. Ciò con l’obiettivo di aiutare tutte le giovani promesse del Motorsport a costruire una carriera di successo.

3. Dai soprannomi a Tomita

“Il Principe delle Asturie” e “Il Samurai” sono senz’altro i soprannomi più popolari dati ad Alonso. Soprannomi che rispecchiano rispettivamente l’impatto fondamentale avuto nella sua patria come promotore attivo del Circus e l’amore per la cultura del Samurai. Amore mostrato tramite un tatuaggio che ha dal collo fino a metà schiena, che ritrae appunto il leggendario combattente. Ma il legame con il Giappone non si limita soltanto a questo aspetto: per diverso tempo nelle sue avventure sui tracciati è stato accompagnato da una speciale mascotte in stile otaku, ribattezzata Tomita.

 

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Mascotte acquistata in un negozio di giocattoli a Tokyo, che nella realtà è l’eroe di un videogioco molto popolare in Giappone, intitolato “Tales of Graces” e che con l’asturiano ha acquisito ancor di più popolarità, diventando una vera celebrità. Oltre ai soprannomi citati, Fernando è definito anche “Magic Alonso” e infine per via della sua statura viene chiamato “El Nano”.

4. La poliedricità come arma vincente

L’asturiano è l’emblema di una forza criptica, che lo porta costantemente a sfidare il tempo che passa. La straordinaria capacità di adattamento gli ha permesso non solo di eccellere in qualsiasi competizione motoristica a cui ha preso parte, ma anche di saper applicare quanto appreso, in categorie nettamente contrapposte. Grazie al mix appreso in Formula 1, WEC, Indianapolis, Daytona e Dakar ha affinato la sua tecnica di guida, diventando ciò che più si incarna alla perfezione: un pilota incredibile capace di ipnotizzare a ogni sorpasso.

L’essere poliedrico, perciò, è diventato il suo lato caratterizzante, che gli permette costantemente non solo di migliorarsi, ma di rendere più emozionante l’intero Motorsport. Non è un caso che in ogni progetto a cui prende parte, riesce completamente a catapultare e appassionare i suoi tifosi, che si chiedono sempre quale sarà la prossima elettrizzante sfida a cui prenderà parte. Il suo amore e dedizione assoluta per il Motorsport sono tangibili e riesce a trasmetterli in maniera incredibile.

La paura del futuro

Una paura che accomuna ognuno di noi, anche se fatichiamo ad ammetterlo è quella di cosa ci riserverà il futuro. Alonso invece è stato coraggioso anche in questo, ammettendo a cuore aperto che non ha un piano B per il futuro. Ha dedicato la sua intera vita al Motorsport, quindi l’essere un pilota è ciò che lo caratterizza pienamente.

“Io sono un pilota, lo sono sempre stato e lo sarò sempre” questa sua affermazione è una pura dichiarazione d’intenti. Perciò non crede di poter fare altro e sicuramente, quando sarà il momento di dire addio per sempre alla Formula 1 esplorerà nuovamente altre categorie. Pensare di stare a casa lontano dai motori lo spaventa e sicuramente i suoi tifosi pensano la stessa cosa: che Motorsport sarebbe senza la personalità eccelsa e l’infinita voglia di sfida dell’asturiano?