Kubica: “Russell merita una macchina competitiva”
Un’intervista all’insegna dell’umiltà e dell’onestà quella di Robert Kubica ad Auto Motor und Sport sulla prima, difficile parte di stagione vissuta dalla Williams nel 2019. Dalla competizione con il giovane rookie George Russell alla conquista del primo e unico punto dell’anno per il team inglese, il driver polacco riflette su una stagione alquanto grama a livello di risultati ma ricca in termini di rapporti umani e piccole vittorie.
Russell fa parte della nuova generazione di talenti super precoci che hanno avuto accesso alla F1 grazie a un management affidabile e risultati concreti nelle categorie minori. Nonostante il britannico sia nell’orbita Mercedes, è sicuro che per progredire dovrà attendere, dato che la line-up della squadra tedesca per il 2020 è ormai stata annunciata e i sedili disponibili in F1 scarseggiano.
Tuttavia Kubica ritiene che Russell presto o tardi si assicurerà un posto in un top team e non risparmia gli elogi: “George è incredibilmente talentuoso, tutti sanno quanto sia veloce. Ovviamente io e lui veniamo messi a confronto anche se è difficile fare un vero confronto, trovandoci in momenti diversi della nostra carriera. George merita una macchina che gli permetta di stare davanti, ne ha le capacità e lo ha dimostrato in GP3 e F2. Questo non mi preoccupa. Il fatto che arriverà a guidare una macchina competitiva è solo una questione di tempo”.
Nonostante Russell abbia annichilito Kubica in qualifica, battendolo in tutte le prime 12 Q1 della stagione, è il polacco ad avere ottenuto il primo punto della stagione per la Williams. Si è trattato di una conquista avvenuta ‘per il rotto della cuffia’ in Germania, la gara più pazza dell’anno, dopo la doppia penalità inflitta all’Alfa Romeo, ma dato il periodo buio che sta attraversando il team di Grove, quel punto possiede un valore inestimabile.
“Sinceramente per me si è trattato di un punto ‘felice’ – spiega Kubica- anche se avrei preferito ottenerlo senza la penalità di qualcun altro. Ho guidato in modo conservativo e l’ho fatto di proposito perché sapevo che ciò mi avrebbe ripagato a fine gara.”
“Ero combattuto. Da una parte volevo puntar a rischiare con la scelta degli pneumatici, perché non avevo nulla da perdere. Dall’altra, nella nostra situazione non sarebbe stato conveniente spremere la macchina con il rischio di non finire la gara. Pensando alla gara successiva, avremmo potuto avere bisogno di parti nuove per riparare la macchina, quindi anche un incidente ci avrebbe messo in difficoltà.”
“Il punto ottenuto aiuta più il team che me. Williams ha passato giorni difficili e quel punto dimostra alla squadra che non bisogna mai arrendersi.”