Formula 1 | Honda perde il consulente Simon: questione di cultura (e chiusura)

Credits: © McLaren Press Area

Anno nuovo, stessi problemi. Il 2017 della Honda non è iniziato nel miglior modo in pista e quando si presume che le cose non possano peggiorare, si apprende che l’equipe giapponese e il proprio consulente Gilles Simon sono giunti alla conclusione di un rapporto di lavoro durato oltre quattro anni. Questione di performance? Sì, ma soprattutto questione di cultura.

Il motorista francese nato in Marocco, classe 1958, era uno dei pochi non nipponici imbarcati nell’impresa Honda del 2015, che sarebbe dovuta culminare nell’annientamento della concorrenza da subito. Così non fu, ma le attenuanti ricaddero innanzitutto sul momento sbagliato del comeback. A ridosso di un cambio di regole radicale concernente la power unit il rischio di sbagliare il progetto era massimo, pertanto parve opportuno procrastinare i sogni di gloria al 2016.

Nel corso dell’annus horribilis emerse tuttavia un problema di fondo, difficile da arginare: la cultura che regnava sovrana in Honda. Il team avrebbe accettato solo l’intervento degli insider per risolvere gli innumerevoli difetti della funesta power unit, non sarebbe ricorso alla consulenza di esterni, specie se non nipponici. Simon era stato chiamato come consulente dal principio del progetto, ma la filosofia dei giapponesi vanificò l’intervento produttivo del francese, spesso inascoltato.

Con l’era Hasegawa si sperava in una maggiore apertura al di fuori del Giappone, anche a giudicare dai miglioramenti nel corso del 2016, ma l’approccio nella sua essenza rimase invariato. All’alba del 2017 sembrava che Honda fosse capitolata alla copiatura da Mercedes, messa pretenziosamente nel mirino da subito, ma ancora una volta la svolta era solo di facciata. Ciò è stato confermato nella prima sessione di test a Barcellona in cui la MCL32 di arancio vestita è stata da subito depotenziata per poter correre e permettere così alla McLaren di raccogliere dati.

La stagione non è ancora iniziata e considerando l’assenza del sistema dei tokens, il margine di miglioramento è elevato, ma il gap con i top team resta. Un passo in avanti non è precluso da nulla, ma il tempo scorre inesorabile e il contratto di matrimonio inizia a stare stretto agli inglesi eccetto sul fronte economico. Dato l’approccio testardo della Honda ormai è impossibile sperare in una repentina e improvvisa disponibilità a seguire le direttive di un consulente. Ma quanto tempo dovrà passare prima di produrre quell’1% di successo che il buon Soichiro opponeva al 99% di fallimento?