L’indiscrezione era stata battuta dai colleghi di BlogF1.it la settimana scorsa e ripresa anche da noi. Ora è ufficiale: Gene Haas ha confermato che il suo nuovo team di Formula 1 debutterà solo nel 2016 e non nel 2015, come invece era stato indicato. A incidere su questa posticipazione sono stati soprattutto i tempi perché sette mesi sono davvero insufficienti per costruire da zero una squadra di Formula 1, dopo la ferma decisione di Haas di non rilevare un team attualmente in attività ma di fondarne uno completamente nuovo, di pacca. «Dal punto di vista personale mi sarebbe piaciuto correre nel 2015: è stata davvero dura dire no. Il primo anno è sempre molto duro, ma credo che con un anno di programmazione potremmo ridurre a soli sei mesi le nostre sofferenze, perché ci presenteremo più preparati – ha sottolineato Haas a Forbes – Esordiremo nel 2016 e stiamo lavorando duramente per questo intento».
Nonostante le prime voci che volevano una base del Haas Team in Italia, lo statunitense ha dichiarato che la base per progettazione e aerodinamica sarà negli Stati Uniti, a Charlotte, mentre la parte motoristica sarà quasi sicuramente in Inghilterra: «Penso che debuttando nel 2016 saremo una squadra migliore, perché ci sarà più tempo per pianificare. Pensiamo che sia meglio essere sicuri al 100% di essere pronti per correre, piuttosto che rischiare di arrivare all’esordio con troppi problemi. Stiamo lavorando alla costruzione di un edificio come parte dell’espansione del team Nascar mentre tra due mesi sarà operativo quello per la Formula 1 – ha continuato – È vero, stiamo ancora cercando una base in Europa anche se l’ideale sarebbe quello di andare in Inghilterra perché è lì che ci sono la maggior parte dei team», ha aggiunto Haas, che questo fine settimana sarà a Montreal per iniziare a prendere contatto con il Circus. «Ci stiamo organizzando per quel che riguarda trasporto, infrastrutture box. Dobbiamo comprare tutto perché iniziamo da zero. Al momento non abbiamo nulla di tutto questo».
E l’idea dell’Italia, non era poi così lontana dai progetti dell’americano. A fermare la costruzione di una sede nel Bel Paese ci si è messo di mezzo il fisco. Inizialmente il piano di Haas prevedeva l’utilizzo di un telaio costruito da Dallara e un grosso apporto tecnico da parte della Ferrari, per quel che riguarda la parte motoristica: «Stavamo pianificando di aprire una sede a Milano ma poi i nostri contabili ci hanno detto che era impossibile stabilirsi in Italia perché questo comporta avere una sede fiscale, quindi le cose iniziavano a farsi complicate. Abbiamo deciso che sarebbe stato meglio essere sicuri al 100% di scendere in pista anziché fare di fretta e non riuscire a correre», ha concluso l’imprenditore a stelle e strisce.

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