GP Ungheria, Verstappen e un 2° posto che sa di vittoria

Red Bull continua con la sua filosofia high rake

Credits: Red Bull Racing, Twitter

Otto secondi e 702 millesimi di distacco da Hamilton, con Bottas che gli alitava sul collo in zona DRS: questa è stata la domenica di Max Verstappen, unico pilota in grado di spezzare l’egemonia Mercedes inserendosi in una meritata piazza d’onore.

Il distacco da Lewis, tutto sommato, non è nemmeno elevato; tenere dietro Valtteri, invece, equivale a un mezzo miracolo, visto lo strapotere della W11. Ma se la difesa nei confronti del finlandese è stata lodevole, vero e proprio miracolo è stato invece il lavoro febbrile dei meccanici, che ha consentito all’olandese di prendere il via. Il GP di Verstappen sembrava infatti compromesso ancor prima di partire. Un’uscita sull’asfalto infido ha lasciato la RB16 di Max con la sospensione anteriore sinistra rotta e l’ala spezzata. Tutto perduto? Niente affatto. L’olandese è rientrato ai box e la sua vettura è stata approntata in tempo per il via. In circa un quarto d’ora!

Il risultato in gara è il massimo ottenibile, in un weekend dove il dominio di Hamilton – completamente recuperato dopo i pasticci della prima gara – non è mai stato in discussione. “Ho temuto di non partire – sono le parole di Max – Ho perso aderenza all’improvviso alla Curva 5 e sono finito contro le barriere. Pensavo che la mia domenica sarebbe stata compromessa. Non so come abbiano fatto i meccanici a rimettere in sesto la macchina. Sono davvero felice di avere ripagato il loro lavoro con la piazza d’onore”.

DIFESA

Su questo è impossibile dargli torto: la partenza del 22enne di Hasselt ha dell’incredibile, con il sorpasso all’esterno di Curva 1 su Vettel e la successiva condotta di gara, agevolata da una strategia impeccabile e una strenua difesa su Bottas, che si è complicato la vita proprio allo start. “Mi sono difeso come ho potuto – racconta Verstappen – e non posso lamentarmi. Avevo una macchina ben bilanciata, in più le soste le abbiamo effettuate nei momenti giusti. Senza sbagliare siamo arrivati fino a qui, a spezzare il dominio delle Mercedes”. Valtteri girava circa 1″ più veloce del pilota Red Bull, ma arrivato in zona DRS, con le turbolenze della RB16 davanti a lui, non è riuscito a sfondare l’attacco.

“Quando Valtteri mi si è avvicinato, ho capito che sarebbe stato più difficile per lui, perché qui l’aerodinamica è molto disturbata. Ma non è che mi sia rilassato: sul più bello ho cominciato a trovare traffico e le gomme si sono usurate. Ho tenuto duro fino all’ultimo: è un secondo posto, ma possiamo quasi considerarlo una vittoria, specie dopo il rischio concreto di non partire” conclude Max.