GP Malesia 2014: il commento
Terminato il GP di Malesia si tirano le somme di questo inizio di campionato. Nella gara svoltasi a Kuala Lumpur si sono scorti molti aspetti che in Australia erano rimasti coperti, altri invece hanno trovato conferma. Si comincia con il dire che rispetto alla gara precedente il secondo appuntamento del campionato si è vestito di una gara più eccitante perché dal primo all’ultimo giro i telespettatori hanno goduto di diversi sorpassi e di vari colpi di scena. Il primo è stato quello dove si sono avuti come protagonisti Kimi Raikkonen e Kevin Magnussen dove quest’ultimo ha speronato, in fondo alla terza curva, la ruota posteriore destra del ferrarista facendo staccare la spalla dalla carcassa della sua gomma e lasciando il pilota finnico in ultima posizione prima di arrivare ai box. In compenso l’auto del pilota della McLaren ha ricavato una rottura all’ala anteriore che gli è valso il prematuro rientro ai box.
Passano una trentina di giri e la ferrari di Alonso, che prima perdeva secondi a dismisura, riesce ad avvicinarsi a Ricciardo. Il pilota della Red Bull incalzato dallo spagnolo è costretto ai box, anche perché i suoi pneumatici erano arrivati al limite, dove però causa dell’errore dei meccanici si ritrova con un piloncino che sostiene l’ala anteriore danneggiato e con lo pneumatico destro montato in maniera frettolosa ( come successo a Webber l’anno scorso) che lo costringono al ritiro; l’australiano a fine gara riceverà una penalità di 10 posizioni da scontare nel prossimo GP. La corsa è in procinto di concludersi ma c’è il tempo per un altro emozionante recupero da parte di Alonso sul tedesco Hulkenberg, che non riuscendo a gestire i suoi pneumatici e si vede mangiare più di 1.5 secondi dal rivale che lo sorpasserà a tre giri dalla fine. La gara termina con la doppietta della Mercedes e con molte meno incognite di quelle nate in’Australia.
Supremazia Mercedes: un’altra prova eccellente da parte del team di Niki Lauda che con pochissima fatica riesce a portare a casa una fantastica doppietta. Le frecce d’argento partono subito bene con Hamilton che dopo poche curve ha già acquistato parecchio margine sul suo compagno. Buona gara anche per il suo compagno di squadra Nico Rosberg che però si dimostra meno aggressivo rispetto all’inglese. Solo una breve ma concitata lotta con il connazionale Vettel lo fa preoccupare un poco ma niente di che, meritato il secondo posto. La squadra tedesca ha trovato in Lewis un condottiero veloce e sicuro delle proprie armi e se la vettura che ha avuto in questa gara sarà la stessa per tutta la stagione, allora per gli altri piloti non ci sarà che assistere da spettatori ad un suo dominio incontrastato.
Incognita Red Bull: dopo lo zero rimediato in Australia la squadra austriaca porta a casa un fantastico terzo posto grazie al suo alfiere Sebastian Vettel dimostrando che la sua monoposto non è inferiore ad alcuna e che se la strada imboccata dagli ingegneri di Newey resterà tale, allora le speranze di avvicinarsi alla prima della classe non mancheranno. Ancora però non si capisce se la casa di Milton Keynes è più vicina alla Mercedes o di poco superiore alla Ferrari perché da entrambi le parti il distacco era di 15 secondi. Tutto si risolverà in Barhain dove si correrà tra meno di una settimana.
Sconforto Ferrari: un’altra gara passata ad inseguire e cercando di non essere troppo lontana dai primi. Anche in Malesia i problemi della rossa sono stati molteplici anche se nelle prove libere aveva dimostrato una buona competitività. La gara del cavallino è stata segnata già dal primo giro quando Magnussen ha messo ko Kimi Raikkonen lasciando solamente Alonso a racimolare qualche punto. Le carenze sono principalmente due: La prima è la bassa velocità di punta che rispetto ai motori Mercedes è inferiore di 20 Km/h. L’altro problema riguarda la centralina del motore che non riesce a scaricare a terra tutto il suo potenziale. Insomma c’è da lavorare per la casa maranellese che però a partire dalla Spagna porterà sostanziali modifiche che potrebbero farla avvicinare di molto alle due Mercedes ammesso che quest’ultime non riescano ad avvantaggiarsi in maniera spropositata.