Formula 1 | Valtteri Bottas: “Non ho voluto portare nessun ingegnere con me in Mercedes”

© Mercedes Press Area

Con il successo di Sochi, Valtteri Bottas è finito di colpo sotto i riflettori, dimostrando che la Mercedes non si era sbagliata, lo scorso dicembre, nel decidere di puntare su di lui. Il finlandese in due settimane ha battezzato la prima pole (in Bahrain) e il primo successo, appunto in Russia, nonostante il fiato sul collo della Ferrari di Vettel e una frenata al limite al 38esimo giro che ha rischiato di mandare in fumo i suoi piani.

La settimana dopo il trionfo, a motorsport.com Bottas ha svelato i retroscena del suo approdo a Stoccarda, che per lui rappresenta un mondo completamente nuovo dopo quattro anni al volante della Williams. Nuovo sotto tutti i punti di vista, a partire dalla crew di meccanici che lo attorniano. Bottas non si è portato appresso nessuno dei suoi vecchi ingegneri in Mercedes, preferendo lavorare con la squadra che era stata di Rosberg.

L’ho deciso io di non portare nessuno con me dalla Williams alla Mercedes – ha spiegato il finlandese – Ogni team ha un modo diverso di lavorare, con un suo specifico approccio. Per questo non ho forzato nessuno a venire con me in Mercedes e quando ho saputo che avrei lavorato con Tony Ross e Marcus Dudley, gli ingegneri che erano stati di Rosberg, ho pensato che fosse la cosa migliore. Essendo qui da anni, loro conoscono già il metodo di lavoro di questa squadra.

Bottas ha raccontato di essersi integrato abbastanza in fretta nella nuova squadra: “Ho mantenuto il mio approccio, anche se ho dovuto abituarmi ad un metodo di lavoro diverso. Non ho mai avuto paura di fare delle obiezioni se qualcosa non mi piace. Quello che penso lo dico in modo chiaro, anche se si tratta di una critica, e penso che la squadra lo apprezzi”.

La Mercedes ha cambiato enormemente le prospettive di Bottas, che a 28 anni si trova per la prima volta nel ruolo di aspirante al titolo (è a -23 lunghezze da Vettel e a -10 da Hamilton).

“Qui in Mercedes la mentalità è diversa. Non è un team da posizioni di rincalzo come la Williams e questo ti cambia la mentalità. Alla Williams arrivare fuori dal podio era la normalità e se una volta finivi terzo o quarto c’era da festeggiare. Qui se non vinci vuol dire che è andata male. La Mercedes ha anche un sacco di risorse: è un grandissimo vantaggio, perché puoi focalizzarti su più aspetti contemporaneamente e questo facilita lo sviluppo della vettura”.