Formula 1 | I top manager della McLaren a Le Mans non passano inosservati…

© McLaren Press Area

Prima di analizzare quello che potrebbe rappresentare la presenza a Le Mans della dirigenza McLaren, con Eric Boullier e Zak Brown, nell’unico fine settimana di libertà tra il Gran Premio del Canada e quello dell’Azerbajian, che si terrà a Baku il prossimo weekend, va detto che entrambi i manager sono grandi amanti degli sport automobilistici. Se Boullier, che già due anni fa è stato ospite della 24 Ore di Le Mans, ha lavorato in passato con moltissimi piloti che disputano la leggendaria corsa di durata, Brown è co-proprietario della scuderia United Autosports che prende parte nella categoria LMP2.

Sicuramente la presenza a Le Mans, quest’anno dopo che Fernando Alonso ha già disputato la 500 Miglia di Indianapolis, di entrambi i due principali punti di riferimento in McLaren dello spagnolo, non è passata inosservata. Un po’ come è già successo sull’ovale, le indiscrezioni più persistenti vogliono il team di Woking pronto a tornare a correre a Le Mans, magari nel 2018, proprio con al volante il driver di Oviedo, che non è più un mistero ha svelato in più occasioni di voler puntare alla Triple Crown: “Oggi siamo qui solo come spettatori ma ci potrebbe interessare“, ha raccontato Boullier ai colleghi di Motorsport.com.

Non si può nascondere che attualmente il Direttore Esecutivo della McLaren abbia ben altri grattacapi ai quali pensare, prima di un’eventuale partecipazione della scuderia britannica alla prossima edizione della 24 Ore di Le Mans: una monoposto mai competitiva, nonostante la bontà tecnica del telaio, a causa dei deficit di potenza del motore Honda; la partnership tecnica col motorista giapponese che è stata tristemente interrotta. Sia chiaro, manca ancora l’ufficialità ma voci di corridoio dicono che la questione potrebbe essere sciolta già nel corso dell’estate. E come se non potesse bastare uno dei principali pensieri di Boullier è Fernando Alonso che non ha nascosto di essere pronto a lasciare la McLaren se la situazione non dovesse migliorare.

E proprio quello dello spagnolo continua a essere una brutta gatta da pelare per la McLaren che sta vivendo il suo momento peggiore dell’ultimo decennio. E proprio una possibile partecipazione a Le Mans potrebbe rappresentare una vera e propria ancora di salvataggio per la scuderia inglese, uscita con le ossa rotte da questi tre anni di partnership tecnica con la Honda in Formula 1. Ma non possiamo dimenticare che anche se per molti anni il sistema più redditizio per farsi conoscere e vendere le proprie auto era partecipare alle più famose competizioni a quattro ruote per disporre del miglior biglietto da visita per vendere le proprie auto di serie, il concetto è superato.
Soprattutto per quanto riguarda i marchi di lusso dell’automotive la vendite dei propri modelli dipendono da fattori totalmente estranei ai risultati sportivi. I tempi sono cambiati. Ormai nella maggior parte dei casi la partecipazione alle competizioni automobilistiche è vista come un laboratorio per sviluppare nuove tecnologie da applicare alle vetture di strada, un banco di prova per rilanciare il marchio, qualcosa che al gruppo McLaren non farebbe di certo male.