Formula 1 | Sebastian Vettel, che 2016 da dimenticare!
Mancano appena quattro Gran Premi al termine della stagione e proprio domenica prossima si correrà ad Austin il Gran Premio degli Stati Uniti. Nonostante la bella prestazione mostrata dalla Ferrari in Giappone, non possiamo dire che la Rossa e i suoi piloti, Kimi Raikkonen e Sebastian Vettel, se la stiano passando bene. Anche se a Suzuka il Cavallino Rampante ha chiuso in quarta posizione proprio col pilota tedesco obbligato a fermarsi ai piedi del podio per l’ennesimo errore strategico, non possiamo dimenticarci che una rondine non fa primavera.
Dopo un 2015 entusiasmante, quest’anno la Ferrari sarebbe dovuto finalmente riuscire nell’impresa di battere la Mercedes e permettere al suo pilota, Sebastian Vettel, di vincere il tanto agognato Mondiale Piloti, titolo che manca a Maranello dal 2007. E invece la Rossa ha deluso ancora facendo un netto passo indietro rispetto alla stagione 2015 dove riuscì a conquistare 3 vittorie più altri 13 podi.
Tenendo conto delle premesse di inizio stagione il quadro generale è desolante. La Ferrari è distante anni luce dalla Mercedes e la monoposto si è dimostrata una macchina veloce, che però continua a pagare dazio in alcuni punti chiave dello sviluppo, come ad esempio a livello aerodinamico e telaistico. Se a inizio stagione sembrava chiaro che la Ferrari sarebbe stata l’unica scuderia capace di battere la Mercedes, più che pensare alle Frecce d’Argento a Maranello tutti i pensieri si sono concentrati sulla Red Bull che, nonostante un avvio incerto, ha saputo recuperare il gap dalla Rossa, gara dopo gara, fino a superare il Cavallino Rampante nella classifica costruttori e anche in quella piloti.
La Ferrari si è smarrita, e poi c’è chi imputa la stagione deludente della Rossa principalmente a sfortuna e problemi di affidabilità. Ok che la Formula 1 d’oggi è ormai comparabile a un variegato agglomerato di variabili meccaniche, matematiche, elettroniche ed umane ma la stagione dopo stagione la Ferrari assomiglia sempre più a Crono, che divora i piloti esattamente come la divinità greca aveva fatto coi suoi figli. Si perde e si vince tutti assieme e la colpa per l’ennesimo insuccesso, non può ricadere solo ed esclusivamente sul team.
Se da un lato Raikkonen riesce a gestire la pressione a suo piacimento senza commettere errori e riuscendo a tirare fuori il massimo dalla SF16H, Sebastian Vettel non sta guidando come lo scorso anno. Il tedesco è un po’ appannato, nervoso e probabilmente la smania di fare punti e tornare davanti ad Iceman in classifica gli fa commettere degli errori fragorosi, tentando il tutto per tutto. In una situazione così delicata è inevitabile che sulla sedia elettrica finiscano anche i piloti. Più passano i mesi, più la Ferrari è ancora alla caccia della prima vittoria stagionale e più Sebastian Vettel sembra stare soffrendo soprattutto dal punto di vista psicologico. I 98 punti in meno della classifica rispetto al 2015 devono far riflettere.
La SF16H non è sicuramente la miglior monoposto del lotto e la realistica possibilità di chiudere la stagione senza salire mai sul gradino più alto del podio inizia a mettere ulteriore pressione addosso al pilota della Ferrari che, alla soglia dei 30 anni, rischia di fare la fine di Alonso. Non vogliamo esser fraintesi: il talento di Sebastian Vettel non si discute e, assieme ad altri pochi piloti, il tedesco della Ferrari è sicuramente uno dei migliori piloti in circolazione ma a differenza di Raikkonen ha dimostrato di entrare subito in difficoltà facendosi prendere la mano se non si trova completamente a suo agio con la monoposto, stessa cosa avvenuta nel 2014, in Red Bull con Ricciardo.
Ok, il destino quest’anno sembra essersi accanito proprio su Seb, iniziando dalla Cina con lo scontro con Raikkonen passando per Spa, col sandwich tra Verstappen e ancora Iceman, arrivando fino in Malesia, dove ha affrontato la prima curva del GP si Kuala Lumpur, come se dovesse potesse vincere il Mondiale solamente nel caso in cui riesca a superare il suo avversario all’ultima curva dell’ultimo GP della stagione. Se c’è una cosa che ci ha insegnato la Formula 1, ma forse anche più la vita in generale, è che il rischio non paga sempre. Ora mancano quattro gare alla fine della stagione e la cosa più importante per la Ferrari è recuperare il tedesco in vista del 2017, l’anno del riscatto per la Rossa ma soprattutto per Sebastian Vettel.