Formula 1 | Sauber, giorni contati per Monisha Kaltenborn

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La Sauber, è vittima di difficoltà finanziarie e gestionali che soltanto il nono posto ottenuto da Felipe Nasr nel GP del Brasile in qualche modo ha lenito, consentendo alla scuderia elvetica di scavalcare la Manor nella classifica iridata 2016 per il decimo posto e incamerare ben 42 milioni di dollari in premi.La nuova proprietà, il cui punto di riferimento è il banchiere zurighese Raymond Julius Bär, si sarebbe infatti convinta che soltanto una rivoluzione al vertice sarebbe in grado di risollevare le sorti del team di Hinwil, proiettandolo in un futuro più decoroso, e meno problematico.

Secondo fonti interne alla squadra, l’agnello sacrificale del cambiamento sarebbe Monisha Kaltenborn, alla quale i nuovi titolari della Longbow Finance S.A rimproverano non soltanto la mancata trasformazione della Sauber in un’engineering a tutto tondo e al passo con i tempi come Williams e McLaren, impegnate su più fronti che vanno dal motorsport alla tecnologia elettrica e all’industria biomedicale, ma anche una conduzione eccessivamente incentrata su cavilli e questioni legali che avrebbero per certi versi allontanato sempre più l’équipe svizzera dalla realtà.

Nel 2012 le medesime contestazioni avrebbero avuto come oggetto Peter Sauber, giudicato incapace di uscire dalla gestione day-by-day della squadra e di sollevare la testa, scrutando orizzonti più ampi di quelli limitati alle corse, per trasformare la propria creatura in un’industria completa e orientata all’avvenire. A Monisha Kaltenborn, 45enne austriaca di origini indiane, di formazione avvocato, capo dell’ufficio legale della Sauber dal lontano 2000, Chief Executive Officer della scuderia dal gennaio 2010 in poi e titolare del 33,3 per cento delle azioni sino allo scorso 16 luglio, sarebbe stato anche rimproverato il caos dovuto alla “sconclusionata” messa sotto contratto di diversi piloti contemporaneamente, un caos sfociato nella dolorosa ed estenuante battaglia legale intentata dal driver tedesco Adrian Sutil.

L’idea della Tetrapak, il colosso svedese proprietario della scuderia elvetica tramite la finanziaria con sede a Lutry diretta da Raymond Julius Bär, sarebbe probabilmente quella di affidare la gestione dell’azienda ad un gruppo di persone con esperienza non limitata al motorsport, ma estesa a differenti ambiti dell’automotive e dell’economia d’impresa, capaci finalmente di cambiare registro. Sulla scorta di ciò, c’è già chi individua nel numeroso e competente personale lasciato inaspettatamente libero dal disimpegno dell’Audi nel WEC e della Volkswagen nel WRC, attività manifestamente vincenti per lunghi anni, l’idealtipo di figura destinata a subentrare in forma collettiva a Monisha Kaltenborn in cima alle gerarchie della Sauber. Chi vivrà, vedrà…