Formula 1 in crisi di pubblico: la nostra ricetta per un Circus malato!

Ormai è mesi che ne parla: la Formula 1 è malata e la conferma è anche arrivata in occasione del Gran Premio di Germania che si è disputato due giorni fa ad Hockenheim. Le tribune del Ring erano desolatamente vuote, uno spettacolo triste che mostra come, in uno dei tracciati storici della categoria, si sia perso la passione per il Motorsport e per la stessa Formula 1. I costi aumentano e l’audience cala e non solo quello del pubblico sulle tribune, ma anche di quello degli ascolti televisivi. I tifosi si stanno progressivamente allontanando dalla categoria soprattutto per motivi di costi e poco appeal. La ricetta è semplice: i grandi della categoria, anzi che decidere di mettersi a un tavolo per parlare del futuro, dovrebbero ascoltare maggiormente le richieste del pubblico che sta lasciando quello che si è trasformato in uno sport da ricchi! Noi ci abbiamo provato, ecco la nostra ricetta!

Per provare a dare uno slancio a uno sport che vede il progressivo e veloce allontanamento del pubblico, sono tre gli aspetti che personalmente analizzerei: tecnica, costi e team VS tifosi.

TECNICA – Punto 1, sul piano tecnico, la Formula 1 è la classe Regina del Motorsport e quindi dell’innovazione tecnologica ma senza dimenticare lo spettacolo (che, a differenza di come pensano in troppi, non vuol dire incidenti a non finire). A favore dell’esclusione del flussometro, con i piloti trasformati in ragionieri, e del tetto dei costi. Come ho scritto sopra la Formula 1 è la classe Regina del Motorsport e se non hai i soldi non ci stai! Non si può andare a risparmiare (come si leggeva non troppo tempo fa) sulle termocoperte, una scelta, che se fosse passata, sarebbe risultata estremamente pericolosa per i piloti, buttati in pista con gomme fredde. Eppure, la il cambiamento principe, che a distanza di anni mi trovo ancora a sognare, è il tornare a dare maggiormente libertà agli ingegneri. La libertà di sfidare l’avversario viaggiando al limite non può essere solo un privilegio dei piloti. Non ci sono più gli ingegneri pazzi degli anni ’70, non perché sono merce estinta, ma perché con i regolamenti odierni non c’è libertà d’azione e tutti sono obbligati ad allinearsi su un ventaglio di opzioni limitatissimo.

COSTI – Punto 2, come ho letto da più parti la crisi della Formula 1 non è a livello nazionale ma a livello mondiale. Uno dei problemi di base è che Ecclestone, nonostante gli introiti che aumentano annualmente, segue le leggi del mercato. Il prezzo di un prodotto richiesto lievita con la richiesta del mercato e attualmente gli unici che riescono a dargli quanto desidera Mister E. sono le economie emergenti o i paesi del Golfo Arabo, dove dollari ce ne sono a sufficienza per sfamare l’Africa. L’84enne non guarda in faccia nessuno, e nel gioco del rialzo all’asta, vince chi fa l’offerta migliore, esattamente come succede su Ebay.

Capisco perfettamente chi preferisce andare a vedere la Formula 1 all’estero. In moltissimi e storici impianti vengono effettuate vantaggiose offerte su biglietti e alloggi, mentre a Monza il ticket d’ingresso, costa ogni anno sempre di più, tanto che dal 2009 ha subito un rincaro del 43,5%. Ok, che non ricevono nulla dagli intrallazzi delle trasmissioni televisive, dai cartelloni pubblicitari in pista e neppure dall’hospitality, ma certe percentuali sono veramente illecite! Sono tantissimi gli appassionati che non hanno mai visto una gara dal vivo: anche se il biglietto per vedere la gara non è tanto (180€ abbonamento 3 giorni in Parabolica ad esempio), è tutto quello che ci gira attorno che diventa improponibile: prendiamo ad esempio me stessa che da Genova, trascorre il weekend a Monza per il GP. Anche con il biglietto meno caro, devi conteggiare alloggio (e gli albergatori locali ci marciano come dei treni), benzina e vitto e per stare su dal giovedì alla domenica, in un baleno arrivi a 500€, se perfino non li superi. Parlo di costo a persona, quindi per una famiglia ad esempio di 4 persone, si inizia a parlare di prezzi proibitivi. Mi dispiace dirlo, ma la Formula 1 è diventato uno sport per ricchi: ecco il vero motivo del perché la gente si sta allontanando sempre di più da questo sport. Lo dico perché, se uno è veramente interessato alla F1, ci si va a leggere i regolamenti, si approfondisce un argomento, ci si interessa. Il fatto che ogni anno cambiano le regole, non lo ritengo un punto a sfavore della categoria, perché se un appassionato veramente lo desidera, si interessa, mentre se ci troviamo davanti a un fans un po’ pigro, si vorrebbe che tutto sia sempre uguale per evitare il doversi aggiornare.

Se andare a vedere la F1 dal vivo è molto dispendioso, di certo il vederlo da casa non viene incontro all’appassionato medio che non è un benestante, ma un tifoso normale. C’è chi dice che è meglio Sky, chi la Rai. Entrambe hanno i loro punti positivi e negativi. I tifosi si allontanano dalla F1 anche perché in tutto il mondo questo sport viene venduto alle televisioni a pagamento, le uniche che riescono a stare dietro alle richieste di Bernie Ecclestone. E il nostro discorso non riguarda solo l’Italia, ma è da allargare a livello mondiale. Per vedere una campionato live, almeno nel Bel Paese, si paga mediamente 280€ (basato sul nostro Sky). Questo perché, in ogni caso, oltre al pacchetto sport che è quello dove c’è la F1, ti obbligano a farti anche l’opzione Cinema. Sinceramente, non tutte le famiglie possono permettersi un’ulteriore spesa di poco meno di 300€ annui per stare dietro a una passione. Vi faccio un esempio: mio padre ha 55 anni, ha sempre seguito la F1. L’anno scorso avrà guardato 3/4 gare non di più, quest’anno nemmeno una. Non abbiamo Sky e stando alle sue parole, perde l’interesse perché mi ha detto una volta: «Mi sento scemo a vedere una gara di F1. Quando sono in differita non riesco a entusiasmarmi; quando sono in diretta, levando i principali non so nemmeno più chi sono i piloti». E personalmente mi viene da pensare, come lui, chissà quanti altri ce ne saranno sparsi per l’Italia! Senza giri di parole, fatemi dire una cosa. Quando la Categoria ha iniziato a essere trasmessa sulla televisione a pagamento, Luca di Montezemolo, proprio lui, il numero uno della Ferrari, cosa ha fatto? Nulla!! Strano visto che quando si era iniziato a parlare della possibilità, proprio il presidente della Rossa aveva detto che per lui era fondamentale che la F1 resti in Rai per tutti i numerosi tifosi italiani.

TEAM VS FANS – Punto 3, può capirmi chi è andato a vedere un GP dal vivo: avvicinare team e piloti è impossibile. La walk-about di Monza è un macello (nel vero senso della parola). Centinaia di persone pressate come bestie che si stanno avvicinando all’ultimo viaggio e i piloti nella sessione autografi stanno fuori nemmeno 5 minuti col risultato che arrivi a dare botte da orbi a chiunque ti si para davanti, per poi cosa: un autografo! È Praticamente impossibile anche solo fare alcune foto alle macchine ferme ai box o ai meccanici mentre lavorano. La cosa divertente, è vedere il personale del team spazientito o alterato quando i tifosi riescono a scorgere i piloti e, tra virgolette, impazziscono. Questo accade perché le squadre tengono i piloti sotto a delle specie di boccette di vetro, senza possibilità di entrare in contatto con il mondo all’esterno.

Bisognerebbe ricordare a certi signori che stanno in alto, che se loro sono li, lo devono anche a tutti quegli appassionati che comprano gadget e merchandising, che se non fosse per la folla acclamante, non dico che la popolarità sarebbe ai minimi storici ma sicuramente volerebbero parecchio più basso. Lo abbiamo riportato poco più sopra, i grandi della categoria, anzi che decidere di mettersi a un tavolo per parlare del futuro, dovrebbero ascoltare le richieste del pubblico. Se i team, con una buona parte di questi che può contare su Fanclub ufficiali, organizzasse maggiori incontri tra squadra, piloti e appassionati, anche i fans, sarebbero più disposti a pagare per raggiungerli in autodromo. I tifosi sognano di riuscire ad arrivare vicino ai piloti, ai team manager ai team principal, parlare con loro, confrontarsi. Perché tutto ciò non viene permesso? Gli appassionati sono il vero motore dell’autodromo e se si perdono, sarà ancora più dura convincerli a tornare, soprattutto in un momento delicato come questo dove i giovani sono sempre più attratti dal motomondiale o dalle nuove specialità mozzafiato sponsorizzate dalla Red Bull.