Formula 1 | Charles Leclerc, l’esempio di completamento del percorso in FDA
Parla Massimo Rivola, il responsabile della FDA, Ferrari Driver Accademy: “Abbiamo un team di riferimento – ha confermato Rivola – ed è la Prema, squadra che copre con i suoi programmi un percorso che oggi va dalla Formula 4 alla Formula 2. Ma cerchiamo sempre di avere dei riscontri diretti dai campi di gara, provando a cogliere il numero maggiore di variabili che ci sono dietro una vittoria od un weekend andato male”. Un pezzo di dichiarazione volto a dare peso e utilità al programma Ferrari della Driver Accademy, anche pensando al campione F2 2017, proprio su Prema, Charles Leclerc.
Un esempio di una nuova frontiera collaterale alla Formula 1, quale ennesimo segno di una sua inarrestabile evoluzione. Una chance per tutti i giovanissimi piloti che, dai kart, dalle categorie minori, tentano l’approdo nella massima categoria a ruote scoperte. Con la Ferrari, poi, uno stimolo ultimo di disciplina per un ragazzino alle prime armi nel mondo dei grandi. Una motivazione forte per affrontare il passaggio cruciale di qualsiasi adolescente, specie dei tempi odierni. Il lasciarsi abbandonare, quantomeno, in un principio di maturità.
“Quando abbiamo saputo che Charles era stato promosso a pilota titolare in Formula 1 per noi della FDA è stata una soddisfazione enorme – ha spiegato Rivola – vuol dire che tutti hanno lavorato nella giusta direzione. Puoi esserne convinto, ma senza i risultati non ne hai la certezza. Ora i nostri ragazzi hanno uno stimolo in più, sanno che il percorso di crescita funziona, quindi sta soprattutto a loro riuscire a raggiungere i risultati attesi”.
Come una sorta di alcova, la FDA, una figura genitoriale che coccola, cresce, alimenta con la giusta dose le aspirazioni dei cadetti. Un percorso di completamento professionale, in teoria certosino, di supporto psicologico innanzitutto, di inquadramento nella sfera lavorativa pilota. Una scuola che trova il suo braccio nella nuova Alfa Romeo Sauber F1 Team, la scuderia di matrice elvetica, che ha abbracciato il programma young drivers della Rossa.
Charles Leclerc, il primo eletto, il primo di tanti, si spera, che potranno provare a coronare il sogno di correre in Formula 1. Il tutto, in tutta calma, relativamente lontano dai riflettori di un team blasonato, per rispetto, protezione, della loro tenera di esperienza. Per sancire lo svezzamento definitivo in una realtà professionale divenuta ancor più complessa per molteplici fattori.
“C’è chi decide di trovare strade alternative in modo autonomo, ma noi stessi cerchiamo di capire se un giovane può avere i requisiti per un futuro nel mondo Gran Turismo, contesto molto impegnativo in cui Ferrari ha un’importante presenza. E’ un’alternativa molto professionale, e parecchio apprezzata dai piloti che hanno intrapreso questo percorso. Ma il nostro compito prioritario resta quello di identificare e aiutare la crescita di chi può ambire ai massimi traguardi”.
Una sorta di selezione all’ingresso, pur brutto come sistema, di certo, una buona opportunità per una prima presa di contatto. L’anticamera per indurre i talenti del futuro a tirar fuori il loro meglio, passando per l’applicazione, il duro lavoro ed il sacrificio. L’immancabile gavetta, insomma, un istante fondamentale di tutti gli aspiranti lavoratori. Finanche in Formula 1. Il resto, farà il resto. La bravura, l’intelligenza, la classe innata, la fame di successo, costituiranno il sigillo definitivo per ratificare ogni ambizione personale e titaniche aspettative, anche altrui. Charles Leclerc compreso.