Formula 1 | GP USA 2016, le pagelle di Austin
Lewis Hamilton sbanca il jackpot di Austin andando a conquistare una vittoria che lo porta ad un solo trionfo di distacco dal francese Alain Prost.
Dietro di lui Nico Rosberg termina la propria impresa in seconda posizione, mentre completa la top three l’australiano Daniel Ricciardo che riesce a tenere a debita distanza Sebastian Vettel, primo ferrarista al traguardo.
Domenica nera per Max Verstappen e Kimi Raikkonen, entrambi costretti al ritiro per noie meccaniche.
LEWIS HAMILTON: Voto 10 – Intoccabile
Dopo che la sfiga lo ha centrato in pieno in quel di Sepang ed in seguito alla timida ripresa messa in campo in Giappone nonostante le sue conclamate pessime partenze, qua ad Austin Lewis Hamilton non ci ha più visto: demolisce il record della pista nelle qualifiche ed in gara parte e se ne va subito lasciando agli avversari solamente le briciole.
Quando ha capito che mancano solamente tre gare alla fine del campionato ha deciso di mettere il turbo per tentare il recupero (im)possibile sul leader di classifica nonché compagno di box Nico Rosberg: negli Stati Uniti ci è riuscito ed ora il distacco dalla vetta si è ridotto a soli 26 punti.
Riuscirà a ripetere la magia in Messico?
NICO ROSBERG: Voto 9 – Stratega?
Il tedesco della Mercedes ci ha provato fino all’ultimo ma alla fine si è dovuto “accontentare” di un secondo posto che, a conti fatti, vale veramente oro: l’errore che gli ha tolto la soddisfazione di vincere anche questo GP si è concretizzato tutto in partenza, dove non è stato efficace come il suo solito.
Poi nel resto della gara ha dovuto arrendersi ad un Hamilton che ne aveva palesemente di più: ma il figlio di Keke non ci sta e continua a ribadire che corre solo per vincere.
Ora mancano all’appello gli appuntamenti del Messico, del Brasile e di Abu Dhabi nei quali l’anno scorso è riuscito a salire sempre sul gradino più alto del podio: che stia architettando il proprio rush finale?
DANIEL RICCIARDO: Voto 8 – Incontentabile
L’australiano della Red Bull ha battagliato dall’inizio alla fine ed è passato sotto il traguardo in una splendida terza posizione.
Ma nella conferenza stampa ha ammesso di aver preventivato ben altri piani per il GP di Austin: voleva insidiare le Mercedes ma poi la Virtual Safety Car scatenata dal compagno di squadra gli ha rovinato la festa, anche se questa era una circostanza al di fuori del suo controllo.
Come se arrivare sul podio in certi casi fosse un risultato da buttare…
SEBASTIAN VETTEL: Voto 8 – Duro a morire
Il ferrarista ci mette il cuore in ogni singola gara, nella speranza di poter finalmente assaporare di nuovo il profumo di un podio che manca a lui stesso ma anche alla scuderia del cavallino rampante fin dal lontano GP di Monza.
Ogni domenica, però, c’è sempre qualcosa che non va: in quest’occasione è stato il bilanciamento della propria monoposto a fare le bizze, ma lui non molla mai ed anche stavolta ha corso sopra i problemi.
Chissà cosa gli attende nel prossimo GP del Messico…
FERNANDO ALONSO: Voto 8 – COWBOY
Dopo la scarsa prestazione in qualifica in cui lui stesso ha mostrato la propria insofferenza nei confronti della velocità di punta da “lumaca” della propria MP4/31, nessuno si sarebbe aspettato un garone del genere.
Certo, le circostanze lo hanno aiutato, però durante i sorpassi era lui che attaccava come non ci fosse un domani: prima ha regolato i conti con l’ex compagno di squadra – forse fin troppo visto che Massa ha anche forato nel corso dell’ultimo giro – , poi ha silurato sul rettilineo la Toro Rosso di Sainz.
E il suo “Iiiihaaaa!!” una volta tagliato il traguardo è il segno tangibile che lo spagnolo non è affatto prossimo alla pensione…
CARLOS SAINZ: Voto 7 – Grazie per averci provato
Porta la sua Toro Rosso fino alla Q3 in qualifica ed in gara si scatena una volta che vede la scritta P5 sul volante della monoposto di Faenza.
Lotta, ci prova ma poi deve arrendersi ad un Fernando Alonso più in veste di domatore da rodeo che in quella di pilota: il 24enne di Madrid è in crescita ma gli manca quel qualcosa per fare il vero salto di qualità. Un altro anno nella scuderia italiana non gli potrà fare altro che bene.
NICO HULKENBERG: Voto X – Non pervenuto
Per Hulkenberg Austin è durata sì e no un paio di curve: il contatto scatenato dal russo Daniil Kvyat al primo tornantino è molto simile al caos generato in quel di Singapore dall’altro pilota della Toro Rosso, quel Carlos Sainz che in una manovra al limite del regolamento fece schiantare sul muretto dei box la VJM09 del pilota tedesco.
I rapporti in pista tra le due scuderie non saranno dei migliori, però è un peccato buttare alle ortiche quelle che sono le sue ultime gare con la Force India: traiettorie diverse per evitare i matti di Faenza cercasi.
MAX VERSTAPPEN: Voto 5 – Blackout
Fino al sabato stava andando tutto bene: il suo ritmo gara era buono, aveva addirittura insidiato le Mercedes nelle FP3 mentre in qualifica ha tentato l’azzardo delle gomme soft a banda gialla per poter sfruttare uno stint più lungo in gara.
Arriva la domenica e gliene capitano di tutti i colori: prima un suo errore – da principianti aggiungerei – nell’aver valutato male il rientro per la prima sosta, salvata in contropiede dal tempo record fatto segnare dai propri meccanici nel sostituire le gomme in “soli” 9 secondi e spiccioli partendo dalle sedie dentro al box.
Poi la rottura del cambio durante il 29esimo giro che lo ha costretto ad un mesto ritiro nelle vie di fuga. Quando si dice che la sfiga ci vede benissimo…
KIMI RAIKKONEN: Voto 4 – Paperino
La gara del finlandese è da ricordare negli annali delle barzellette della Formula 1: buon ritmo fino al terzo ed ultimo pit-stop quando un errore da parte di un meccanico ha fatto sì che la ruota posteriore destra della sua SF16-H risultasse mal avvitata.
A quel punto il 36enne non ha nemmeno provato ad avventurarsi in pista, e piuttosto di lasciare la rossa in mezzo alla pit-lane… ha ben pensato di mettere la retromarcia infrangendo qualsiasi regola del regolamento sportivo.
Alla fine la penalità è stata data alla sola scuderia per il bullone fissato in malo modo che ha cominciato a fare scintille una volta raschiato l’asfalto, chiudendo un occhio sulla manovra del nostro Kimi in virtù del mantenimento della sicurezza. Ma se andiamo avanti così…