Formula 1 | Ferrari, prova superata per la power unit 2018 al suo primo vagito

Formula 1 Ferrari power unit 2018

© Scuderia Ferrari, Press Area

Fervono i lavori in casa Ferrari, per lavorare ed ultimare la monoposto con la quale Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen scenderanno in pista nella stagione 2018 e sfideranno le Mercedes di Lewis Hamilton e Valtteri Bottas e che sarà presentata il prossimo 22 febbraio, e prepararla al meglio in vista dei primi test che si svolgeranno a Barcellona e quindi alla prima gara della stagione 2018, che scatterà in Australia tra 40 giorni.

Ancora non si sa molto sulla nuova creatura della Ferrari che sta nascendo in fabbrica, e sulla quale tutti pongono ottimismo e speranza, in ogni caso nella Gestione Sportiva si respira un’atmosfera positiva e piuttosto carica, dopo aver montato il nuovo propulsore sulla nuova Rossa ed aver effettuato la prima accensione, e quindi i primi test di durata al banco che a quanto pare abbiano dato esiti positivi sebbene le prime due messe in moto siano andate a vuoto, per poi lasciar spazio alla voce del V6 Turbo del Cavallino Rampante, e mostrando una certa affidabilità nel durare 7 Gran Premi.

Il prossimo 22 febbraio la Ferrari come detto poc’anzi scoprirà il nuovo bolide a quattro ruote, che rispetto a quella dello scorso anno, dovrebbe avere un passo leggermente più allungato e che promette bene al livello di telaio ed aerodinamico.

L’unico punto interrogativo restava la durata della power unit, in quanto il 1.6 V6 Turbo Hybrid Power Unit che sarà montato sulla nuova monoposto fin dai test di Barcellona, ha mantenuto molta assomiglianza con l’unità 063 che ha disputato la stagione 2017, perciò era piuttosto comprensibile il gran lavoro svolto dai tecnici guidati da Corrado Iotti per allungare la vita del propulsore, visto che il precedente faceva fatica a completare GP nel 2017.

Lo scorso anno a tener banco in Formula 1, è stato la questione dell’olio bruciato, in cui si diceva che diverse squadre usavano in modo smodato i lubrificanti ed introdurre in camera di combustione additivi vietati nel carburante (si è pensato anche al metanolo agli antidetonanti), ottenendo così una miscela che aiutava la potenza ad aumentare in alcuni giri (di circa 60 cavalli).

Dopo quanto successo, i motoristi del Cavallino, hanno inizialmente deciso di fare un passo indietro, per poi farne uno in avanti. In modo tale, all’inizio della stagione il nuovo motore, dovrebbe presentarsi con la stessa potenza dello scorso anno, per poi subire un importante sviluppo nel corso della campionato, con la speranza che possa tener testa nella nella sfida contro la Mercedes soprattutto in qualifica e sul giro secco.

Il 6 cilindri turbo, non sarà caratterizzata da pistoni in lega di acciaio, una soluzione che avrebbe dovuto essere presente nel finale della passata stagione nel motore 4 realizzato da Lorenzo Sassi, che poi non è stata usata, così come il progetto 064 che ad inizio estate è stato fermato.

A breve Lorenzo Sassi, inizierà una nuova esperienza a Brixworth al Mercedes AMG High Performance Powertrain, e quando era a Maranello aveva usato soluzioni che però non si sono rivelate affidabili, e quindi quel 6 cilindri è stato messo da parte per poi essere revisionato in questo periodo per far nascere il motore 2018.

Ora, spetterà alla Shell contribuire alla crescita della potenza con carburanti ad alto potere calorifico, nonostante i limiti restrittivi che la FIA ha applicato dopo la questione dell’olio bruciato, e lanciare la sfida alla Petronas, fornitore della Mercedes e che ha contribuito al dominio della Casa di Stoccarda da quando in Formula 1 è arrivata l’era ibrida.