Formula 1 | Ferrari: cronaca di un 2016 da dimenticare

Per tradizione il mese di dicembre ha da sempre rappresentato il momento dei voti almeno per quanto riguarda il mondo della Formula 1 e dei suoi protagonisti. Se dodici mesi fa, forse anche a causa delle aspettative troppo alte, ci avessero detto che la Ferrari non sarebbe salita nemmeno una volta sul gradino più alto del podio durante tutta la stagione 2016, nessuno di noi ci avrebbe creduto.
E invece è andata proprio così: anche se quella che si è conclusa appena poche settimane fa non è di certo l’annata peggiore in assoluto per la Ferrari, che ha raccolto 11 podi totali, sarà ricordata tra quelle che hanno maggiormente amareggiato non solo l’ambiente di Maranello ma gli stessi appassionati. Troppe aspettative, troppi cambi nella
gestione tecnica e sportiva, una monoposto che non riesce a spiccare sotto nessun aspetto. A nulla sono serviti il nuovo retrotreno rastremato. Estremo, in stile McLaren. Un vantaggio che è rimasto tale, ma solo sulla carta.

Nove mesi vissuti tra delusione, speranza e disillusione. Anche se il miglioramento di prestazione c’è stato rispetto alla SF15-T, la vettura che ha regalato al Cavallino Rampante 3 vittorie e 13 podi, la SF16H è rimasta dietro agli avversari. Partita come l’unica vera anti-Mercedes, unica scuderia che avrebbe avuto in mano le carte giuste per sopraffare la corazzata tedesca, anche se già in Australia si sono osservati chiaramente enormi limiti, la prima vera batosta è arrivata in Spagna, proprio nel giorno in cui Verstappen vince al debutto con la Red Bull. La Ferrari migliora sulla prestazione ma peggiora a livello di risultati.

Probabilmente a giocare in negativo su una stagione da dimenticare per tutta la Rossa, è stata la pressione, la necessità di vincere, il bisogno di essere i migliori da subito. Di certo non hanno fatto bene all’ambiente le altisonanti affermazioni di Marchionne e Arrivabene di inizio anno. Un bisogno che più che carattere sportivo ha carattere commerciale, dato che nell’ottobre 2015 la Ferrari ha fatto il suo debutto alla Borsa di New York. Diciamoci le cose come stanno: non c’è niente di più fragoroso di una vittoria al mondo per far salire il titolo a Wall Street.
I numeri sono impietosi se si fa una comparazione con appena dodici mesi prima. nel 2015 i piloti della Ferrari sono riusciti a collezionare 16 podi totali e 3 vittorie conquistando 428 punti, 30 in più rispetto al 2016 dove il grafico di Vettel fermo a 212, 66 punti in meno guardando ai numeri del 2015.

Anche se i problemi di affidabilità, le penalità e gli errori di strategia hanno giocato un ruolo importante sulla stagione della Ferrari, non si possono nascondere le innumerevoli difficoltà tecniche mostrate dal Cavallino Rampante. Oltre ai problemi a gestire i settaggi delle monoposto al variare delle temperature dell’asfalto, al pari delle stagioni passate, anche gli aggiornamenti portati sulla SF16H non hanno mai contribuito a rendere la vettura competitiva per davvero. Rincorrere. Questa è stata la parola chiave che ha caratterizzato tutta la stagione 2016 della Ferrari, mai in partita nemmeno quando erano i piloti della Mercedes a farsi fuori a vicenda, come in Spagna, dove il titolo di anti-Mercedes è stato consegnato nelle mani della Red Bull che grazie ai giusti accorgimenti a livello telaistico e aerodinamico, seppur con un motore inferiore al Ferrari è riuscita a vincere due gare.

Forse l’unico bella cosa di questo 2016 per la Rossa arriva dai piloti. Se Vettel durante l’anno ha spesso causato incidenti, mostrando di aver perso un bel po’ di quel sangue freddo che ha caratterizzato le sue stagioni in Red Bull, a Maranello sembra essersi ritrovato Kimi Raikkonen. Il pilota finlandese per buona parte dell’annata è stato davanti al ben più blasonato compagno di squadra. Iceman nel 2016 ha chiuso al sesto posto della classifica piloti totalizzando 186 punti, 36 in più rispetto a un anno prima che però lo aveva visto fermo in quarta posizione dietro solo ai piloti della Mercedes e al suo compagno di squadra. A livello di guidabilità non è cambiato nulla in Kimi, la sua nuova forza è rappresentata dalla sua famiglia che riesce a trasmettergli calma e tranquillità.
Una volta risolta la questione Raikkonen, soprattutto in chiave 2017, la Ferrari deve stare moto attenta a non assomigliare sempre di più al dio greco Kronos, ricordato dalla mitologia per aver divorato i propri figli. Già è successo con Alonso e ora si rischia un bis con Vettel, l’uomo che doveva essere il valore aggiunto di questa Ferrari, il pilota capace di prendere per le redini il Cavallino Rampante e guidarlo al successo. Seb invece, oltre alla frustrazione per la mancanza di vittorie, si è fatto schiacciare dal perenne paragone con Michael Schumacher.

La stagione 2016 della Rossa non raggiunge la sufficienza perché, anche se è cambiato tanto, alla fin fine non è cambiato niente. Ora è arrivato il momento di chiudere per un attimo il libro, pulire la testa e rimettersi al lavoro nella speranza, anche dello spettacolo, che la Ferrari nel 2017 riesca a ritrovare il passo delle big per non perdere l’ennesimo treno.