Formula 1, Arrivabene: «A Barcellona vedremo il valore della Ferrari SF16-H»
Chi pensava che gli onori di casa sarebbero stati fatti dal Presidente della Ferrari, Sergio Marchionne, è rimasto deluso. Quando i tifosi si sono collegati in diretta streaming per assistere alla presentazione della SF16H, si sono trovati il Team Principal, Maurizio Arrivabene, a dare il benvenuto ai numerosi utenti sintonizzati da tutto il mondo per osservare per la prima volta in assoluto la monoposto che sfiderà la Mercedes per assicurarsi il titolo di Regina della Formula 1.
Le aspettative sono alte e Arrivabene non ha nascosto di essere molto ottimista a riguardo dei risultati che potrebbe ottenere la Ferrari nella stagione 2016 di Formula 1: «Lo scorso anno l’obiettivo era quello di provare a vincere almeno tre Gran Premi, ci siamo riusciti. Quest’anno dobbiamo volere di più e dobbiamo provare a vincere il Mondiale. Non sarà facile, non lo ha mai detto nessuno. I nostri avversari non hanno certamente dormito sugli allori ma noi, come Ferrari, dovremmo tutto ciò che è in nostro potere per riuscirci – ha commentato il Team Principal della Ferrari – Andiamo in pista rispettando i nostri avversari e proprio in occasione dell’ultima stagione ci siamo impegnati a fare sempre del nostro meglio. La nostra passione è il nostro motore propulsore, ma dobbiamo tenere i piedi per terra, lavorare a testa bassa e pedalare».
Al progetto 667, ormai conosciuto come Ferrari SF16H hanno lavorato un totale di 700 persone. Più di mezzo migliaio di risorse umane che hanno lavorato nell’ombra, in quel di Maranello e tra i fornitori, e alle quali Arrivabene ha voluto rendere omaggio: «Dietro a questa vettura c’è il frutto del lavoro di molte persone. Fra poche ore la macchina partirà per Barcellona e lì avremo modo di vedere il suo vero valore – ha continuato il manager bresciano – Questa monoposto è frutto del lavoro di tante persone, a partire dal nostro Presidente, che ci ha dato i mezzi per far sì che nulla fosse lasciato al caso. A Maranello ci sono tantissime persone, magari un pochino meno note ma altrettanto importanti nei vari dipartimenti: ai compositi, alla nuova meccanica, in galleria del vento, nei vari studi di progettazione del motore e del telaio. Tutti lavorano e mettono la loro passione e il loro contributo per essere degni di portare il nome Ferrari. Definirla una auto da corsa è un po’ riduttivo. Il suo nome è Ferrari e se poi diventerà una vettura vincente, allora entrerà direttamente nel mito».