Formula 1 | Alla McLaren qualcuno chiede l’intervento di Whitmarsh

mclaren whitmarsh

© McLaren Press Area

Il passaggio dai motori Honda a quelli Renault doveva essere la medicina per far tornare la McLaren ai giorni di gloria, ma il verdetto delle prime sette corse del 2018 è impietoso nei confronti del team con base a Woking. Solo 40 punti il bottino accumulato, ma con l’aggravante che il miglior piazzamento risale allo scorso marzo ed è il 5° posto di Fernando Alonso nel GP d’Australia, mentre nelle ultime due corse è tornato l’allarme affidabilità, visto che lo spagnolo non ha visto il traguardo come nei giorni peggiori dell’epoca targata Honda.

Secondo il Daily Mail, nel team il malcontento dilaga e lo si è potuto percepire nel briefing tenuto a Woking da Eric Boullier dopo il disastroso GP del Canada. Alcuni membri della squadra, ormai sull’orlo di perdere la pazienza, avrebbero invocato l’intervento di Martin Whitmarsh, al timone della McLaren ai tempi della coppia Hamilton-Button e il cui posto è stato rilevato da Boullier nel 2014. Whitmarsh ha raccontato che 19 mesi fa, dopo che Zak Brown ha preso il comando del team “dei membri della McLaren mi promisero che mi avrebbero scritto per tenermi informato sulla situazione. Ho detto loro che non avrei voluto sapere nulla e che avrebbero fatto meglio a rivolgersi a Mansour Ojjeh (con cui Whitmarsh ha un legame di amicizia)”.

Amara la disamina di Whitmarsh sull’attuale situazione della McLaren, un team capace di vincere 20 titoli tra piloti e costruttori nei decenni passati: “Ne ho parlato con Mansour e devo dire che sono tremendamente triste di vederli arrancare in questa situazione. Io credo sia necessario un cambiamento di approccio, c’è troppa politica tra certe figure importanti: alcuni di loro dovrebbero andarsene. Ma spetta a chi detiene la maggioranza delle azioni prendere le decisioni più importanti”.

alonso 2018

“La McLaren era un punto di riferimento in Formula 1. Ora cosa vogliono? Pare interessi loro espandersi verso l’Indycar e a Le Mans, che rappresenta un qualcosa di eccitante in sé e per sé. Ma una McLaren che non fa dei GP la sua priorità mi fa rabbrividire. Sono a contatto con chi lavora a Woking e provano una grande frustrazione nel vedere dove è la macchina adesso e quali direzioni sono state prese. La partenza di Tim Goss mi ha lasciato senza parole. Tim ha grandissime capacità, non è legato alla politica, è un lavoratore a tutto tondo. Per la McLaren è stato un capro espiatorio. Magari non le aveva lui tutte le risposte per far risalire il team, ma il suo lavoro avrebbe senz’altro giovato”.

“Se qualcuno vuole veramente il mio aiuto per la McLaren, di certo non gli chiuderei la porta in faccia. Se mi vogliono, sanno dove sono”.