Fernando Alonso, l’arte di rialzarsi e non mollare
Spesso mi chiedo quale sia la parola usata più frequentemente nel mondo dello sport e sono giunta alla conclusione che la risposta sia FORZA , parola che racchiude una vastissima gamma di significati. Quello generale è l’attitudine a compiere un lavoro, la capacità di creare le condizioni adatte a concludere un’azione con successo. Si tratta di un potere astratto, invisibile, che si concretizza mediante il successo dell’azione compiuta; e se le capacità di rendere possibile un buon esito dell’azione sono uniche nel proprio genere, la forza diventa arte. Fernando Alonso sta dimostrando ora più che mai il proprio valore inestimabile in pista, traendo l’impossibile da una monoposto che soffoca le sue imprese, relegandolo in posizioni che non gli si addicono. Alonso è una forza della natura che custodisce innumerevoli tipi di forze, sia mentali che fisiche.
Dopo le stagioni dei due titoli iridati l’anno che ricordo con maggiore piacere è senz’altro il 2012, in cui Fernando Alonso ha dimostrato e confermato di essere uno straordinario interprete della pista bagnata, una persona carismatica, intelligente, tenace, diplomatica ma soprattutto in grado di risollevarsi. Una massima Samurai dice: «Il miglior guerriero non è quello che trionfa sempre, ma quello che torna a combattere senza paura». Ciò sottolinea la difficoltà di rialzarsi dopo una grave insuccesso, è molto dura ricostruire dopo uno smottamento, rientrare in carreggiata dopo un incidente. La parola tornare può intimorire, scuotere l’animo in negativo e velarlo di un’aura satura di paure. Due episodi hanno messo a dura prova la mente di Fernando Alonso: sto parlando di SPA 2012 e Suzuka 2012, due occasioni in cui l’iride ha iniziato a scivolare dalle mani dell’asturiano. Due incidenti, due possibilità sprecate, due macigni caduti sul morale del pilota di Oviedo. Uno zero in campionato pesa molto ma se il pilota in questione è il primo ad inseguire il titolo, tutto ciò diventa più complicato. E’ molto arduo ritrovare la motivazione però Fernando Alonso, grazie alla propria intelligenza, riscopre sempre un’energia nuova che gli consente di assumere il controllo su tutto ciò che gli accade.
Dopo il terribile crash sul suolo belga, Fernando Alonso ha condiviso con i propri followers la frase «Non c’è vittoria senza qualche ferita di guerra, non c’è arcobaleno senza la pioggia! Ci vediamo a Monza». Guardare avanti, rialzarsi, risollevare lo sguardo, non permettere alla debolezza di trascinare la propria persona in un vortice oscuro che fà calare la notte sulla propria sicurezza. Questa è la filosofia di Fernando Alonso. E ancora, in Giappone dopo uno start che lo mette subito fuori dai giochi, le telecamere lo vanno a prendere di spalle, mentre scende le scale a passi sicuri, e non dimenticherò mai le parole pronunciate dai commentatori Rai «Quattordicesimo giro del gran premio del Giappone e lui è già avanti, in Corea». Effettivamente si vedeva (e ciò mi metteva i brividi), il suo andare ritmato e solido trasudava concentrazione a livelli estremi, con una mente già proiettata verso la gara successiva. Ha una straordinaria capacità di trovare un equilibrio perfetto e di mettere nel mirino l’obiettivo successivo, mantenendoci il focus con una precisione chirurgica, qualunque
cosa accada. La dimostrazione del bilanciamento perfetto riacquisito sono i terzi posti ottenuti dopo ciascun ritiro: terzo a Monza e terzo in Corea, quest’ultimo salutato con la frase “Never give up”. Una frase semplice, breve, ma se viene pronunciata si comprende dalla musicalità stessa delle parole che il messaggio è immensamente potente. Non arrendendosi, si diventa inarrestabili e altrettanto inarrestabile è stato il 2012 di Alonso, ricco di gesta degne di un poema epico. Ogni curva, ogni traiettoria, ogni festeggiamento, ogni parola hanno impreziosito quella stagione come se fossero diamanti da incastonare su una grande e spoglia corona. Paragonerei la mente di Fernando Alonso ad una fitta rete, armoniosa, di una bellezza che non dà l’impressione di ciò che vi accade all’interno. Ciò che succede è elevato e incredibile, a cominciare dall’affetto della famiglia che lui converte in energia ristoratrice e a finire con l’insuccesso che lui converte assiduamente in motivazione.
Tempo fa lessi un articolo di Bob Mcmurray, il quale elogiava Alonso in seguito alla vittoria di Hockenheim 2012 e lo definiva così : «Potrebbe dimostrarmi il contrario nella seconda parte della stagione ma penso sia la combinazione del meglio di Senna e Prost. Non penso di aver mai visto un pilota con più impegno, più intelligenza nell’approccio delle gare, più velocità di quanto sia necessario, più determinazione nel rendere la macchina il massimo per guidare un gran premio, più capacità di reggere la pressione e condurre una gara perfetta a differenza del compagno di squadra» . Al momento ritenevo fosse assolutamente fuori luogo, però con il tempo ho capito che i fans odierni dovrebbero essere fieri di trovarsi dinanzi ad un pilota così completo come Alonso, perché è vero, è diplomatico, corretto ma vorace e spietato, è uno che scala l’Olimpo dei grandi anche senza un alto numero di titoli mondiali, è poliedrico e spettacolare da vedere in azione.
Tanti auguri, campione!