Fernando Alonso: «Alla Ferrari mancano trazione e velocità»

Un incubo. In questo modo Fernando Alonso ha descritto il suo Gran Premio della Malesia, come a sottolineare quanta frustrazione alberghi a Maranello e dintorni. La Ferrari ha lavorato praticamente due anni sulla monoposto 2014 e sperava nella grande rivoluzione regolamentare per tornare a essere una delle favorite. Niente da fare, perché sono bastate due gare per consegnare lo scettro alla Mercedes. Un ulteriore smacco per il Cavallino Rampante visto che nel team di Stoccarda lavora Aldo Costa, il responsabile del Progetto e Sviluppo, che proprio nel 2011 ha lasciato la Ferrari. A Maranello lo sanno: o si accorciano le distanze velocemente o sarà troppo tardi, l’ennesimo anno bttato nelle ortiche. Si perché non solo le Mercedes hanno preso il volo, ma dalla vista delle vetture di Maranello sono scappate anche le Red Bull e per Alonso è impensabile accontentarsi di un posto ai piedi del podio, i mondiali non si vincono con le posizioni purtroppo.

«Non eravamo competitivi. Non ero abbastanza veloce, soprattutto nel primo stint di gara e anche la trazione non era buona – ha commentato Alonso parlando di problemi che la Ferrari si porta dietro da diverso tempo – Uscendo dalle curve perdevo terreno. Siamo distanti anni luce dalla trazione che ha la monoposto della Red Bull, ad esempio, mentre sulla velocità non possiamo compararci con la Mercedes. Sono stati più veloci nei test in Bahrain, in Australia e qui in Malesia. Abbiamo molto lavoro da fare».

Al termine del Gran Premio, Fernando si è soffermato a guardare sia le Mercedes di Hamilton e Rosberg, sia la Red Bull di Vettel. Per la Ferrari il tempo è contato: domenica le vetture sfrecceranno già a Sakhir, in Bahrain, e il Cavallino Rampante sarà obbligato a stringere i denti. Per puntare al titolo in Cina e in Spagna la musica è obbligata a cambiare: «Per il Bahrain non avremo molto da fare, ma credo che per le prossime gare sia chiaro in quale direzione lavorare. Abbiamo fatto solo due gare e stiamo analizzando a fondo le zone in cui dobbiamo crescere. Bisogna lavorare per raggiungere i livelli di Mercedes e Red Bull – ha continuato lo spagnolo – Mi piacerebbe lottare per le vittorie, ma miglioreremo, questo è sicuro». La speranza è sempre l’ultima a morire, ma vista l’antifona delle ultime stagioni, in certi casi parte già senza vita.