Fernando Alonso alla 24 Ore di Le Mans: «Mi piacerebbe partecipare un giorno»
Pilota, testimonial, sostenitore e starter d’eccezione. Fernando Alonso è stato il protagonista del sabato della 24 Ore di Le Mans a cui lo spagnolo della Ferrari ha dato il via alle 15 in punto, sventolando il tradizionale tricolore francese. Fernando, che è arrivato al circuito intorno a mezzogiorno, ha incontrato il presidente dell’Automobile Club de l’Ouest, Pierre Fillon, e il numero uno della FIA, Jean Todt, ed è poi stato testimonial della campagna per la sicurezza stradale promossa dalla Federazione.
Poi, con tuta e casco, Fernando è entrato nell’abitacolo della Ferrari 512S che corse, sotto le insegne della Scuderia Filipinetti, la 24 Ore nel 1970 con il tedesco Herbert Muller e il britannico Mike Parkes. Lo spagnolo ha percorso un giro, applaudito calorosamente dalle 250 mila persone assiepate lungo i 13,6 chilometri di pista che si sono goduti il passaggio di uno degli ultimi prototipi realizzati dalla Ferrari per le competizioni Endurance. Fernando si è detto conquistato dall’atmosfera: «È bello essere qui, c’è uno spirito molto genuino e questo tipo di competizioni è davvero affascinante. Sarebbe bello un giorno poter essere protagonista in pista – ha detto Fernando – Parlo molto con il presidente Montezemolo e, benché la priorità resti tornare a vincere in Formula 1, c’è grande attenzione anche per una piattaforma attrattiva come Le Mans».
Tornato ai box, Fernando è andato a salutare e a fare un caloroso in bocca al lupo agli amici e colleghi del team AF Corse, facendosi ritrarre insieme ai due equipaggi che hanno conquistato la pole position nelle categorie LMGTE Pro, capitanata da Gimmi Bruni, Giancarlo Fisichella e Toni Vilander sulla vettura #51, e con l’equipaggio della LMGTE Am di Sam Bird, Stephen Wyatt e Michele Rugolo sulla vettura #81. Alonso ha quindi voluto passeggiare lungo la griglia di partenza dove, accompagnato dal Direttore Attività Sportive Ferrari, Antonello Coletta, senza dimenticarsi di portare un saluto all’amico ed ex rivale in Formula 1, Mark Webber.