F1world incontra … Gian Carlo Minardi – nel ricordo di Ayrton

Minardi 2020

Credits: Minardi Official Website

Gian Carlo Minardi ha creato un team che tutt’oggi esiste, pur avendo cambiato proprietà. L’imprenditore faentino è anche conosciuto come grande scopritore di talenti, dopo aver lanciato in Formula 1 piloti come Fernando Alonso e stretto un forte legame con Ayrton Senna. F1World incontra Gian Carlo Minardi.

Cosa l’ha spinta a creare un team e farlo debuttare in Formula 1?

“Bisogna prima fare un passo indietro. Ho ho partecipato fino al ’79 alle gare di Formula 2, in Inghilterra nella patria dell’automobilismo. In quel momento mi sono avvalso della collaborazione dell’ingegner ex Ferrari Giacomo Caliri. Alla fine di quell’anno la March acquistata era diventata una Minardi, dopo tutte le modifiche effettuate. Ho deciso così, a fine ’79, di trasformare la scuderia Everest nel team Minardi srl e diventare costruttore.”

“Da lì è partita l’avventura di Formula 2, dal ’80 all’84. Siamo arrivati a essere un team troppo grande per gareggiare con due / tre vetture in Formula 2, allo stesso tempo eravamo un team troppo piccolo per andare in Formula 1. Abbiamo deciso comunque di fare il salto: penso che l’ambizione di arrivare in Formula 1 sia nello spirito di ogni meccanico o ingegnere. Così nel 1985 siamo entrati in Formula 1.”

Pochi giorni da il ventiseiesimo anniversario dalla scomparsa di Ayrton Senna: mi può raccontare qual era il vostro legame?

“Ci siamo conosciuti nel 1982 durante una gara di Hockenheim. Era la seconda gara che lo andavo a visionare, su segnalazione del mio pilota Paolo Barile. Ho notato subito che aveva caratteristiche diverse dagli altri; una capacità e un controllo della vettura fantastico. Così l’ho invitato a cena e gli ho offerto per primo un contratto da professionista. (Ayrton n.d.r.) aveva già un programma e ha declinato l’offerta, pur con grande affetto nei miei confronti.”

“Da quel momento è nato un rapporto di amicizia: ci veniva spesso a trovare ed è stato sempre un amante della cucina italiana. Il nostro rapporto somigliava più a quello tra un pilota e il suo fratello maggiore. C’è sempre stata una reciproca stima e fiducia che si sono sempre più consolidate.”

Qual è stata la sua più grande soddisfazione nella sua esperienza in Formula 1?

“Innanzitutto debuttare il 5 aprile del 1985. Quando si è acceso il semaforo verde è stato un momento di adrenalina, di gioia, in quel momento entravamo nel Circus. Da quel momento è stato un susseguirsi di soddisfazioni: l’aver conosciuto e creato molti piloti, ingegneri così. Anche l’aver creato una squadra che ancora oggi ha sede a Faenza, si è moltiplicata e si chiama Alpha Tauri.”

Nel 2001 Fernando Alonso ha corso in Minardi: mi può dire com’è nata quest’opportunità e successivamente come si è sviluppata?

“Noi lo abbiamo contattato e messo sotto contratto nel 1999. Lo sono andato a vedere dopo una segnalazione di Adrian Campos, mio ex pilota in Formula 1 e collaboratore per la mia intera esperienza. Effettivamente aveva ragione e lo abbiamo messo sotto contratto. Nel 2001 è stato ceduto alla Benetton di Flavio Briatore però con l’obbligo che avrebbe corso in Minardi fino al giorno in cui non sarebbe stato pilota ufficiale Benetton.”

Mi può tracciare un bilancio della sua esperienza in Formula 1?

“Sono stati ventuno anni sofferti, forse ancora di più se visti dall’esterno. Eravamo sempre additati come un team in difficoltà. Centoquaranta Gran Premi contraddistinti da tanta gioia e tanto dolore però è stato un momento bellissimo. Onestamente il 5 aprile del 1985 non avrei mai pensato di fare così tanti Gran Premi e così tanti anni in Formula 1.”

Passando alla Formula 1 odierna: cosa le piace ed allo stesso tempo c’è qualcosa che cambierebbe?

“La Formula 1 di oggi è appassionante perché molto competitiva. Se torniamo ai test invernali abbiamo avuto venti macchine all’interno di 1.8 secondi. Vero è che in un campionato del mondo ci sono squadre che hanno più o meno capacità tecniche ed economiche che fanno la differenza. E’ comunque interessante arrivando a fine gara diciotto / diciannove vetture, molto diverso rispetto agli scorsi anni.”

“E’ chiaro che il pubblico sente la nostalgia di una Fomula 1 più vicina, di piloti più estroversi. Oggi il pilota è molto impegnato e concentrato nel weekend di gara, non esternando quelle che sono le sue sensazioni. Voglio sottolineare che a me questa Formula 1 piace e mi diverto ancora seguire le gare, guardando i tempi e studiando le strategie. Probabilmente andrebbe raccontata in modo diverso, essendo molto complessa.”

Dalla sua esperienza, quali ripercussioni economiche avrà la Formula 1 post Coronavirus?

“Se non si dovesse correre quest’anno avrebbe dei danni abbastanza rilevanti. Oggi questo problema non si sente in quanto la Formula 1 sta vivendo sugli introiti del 2019. Probabilmente quest’anno Liberty Media sarà in grado di mantenere gli impegni, non so quanto sarà possibile lo stesso l’anno prossimo, con molti Gran Premi che inevitabilmente salteranno. Tutto dipenderà da quanti Gran Premi si potranno disputare. Onestamente non vorrei essere in Liberty Media in questo momento.”

E’ possibile un recupero del Minardi Day quest’anno?

“Quest’anno abbiamo lavorato assiduamente per far si che ci potessero essere tre giorni anziché due. In questo momento è stato rinviato, ipoteticamente tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. Ad oggi è impossibile esprimere delle certezze. Il Minardi Day devono essere giorni di festa dove partecipano amici e appassionati. In questo momento non è prevedibile fare delle feste anche se ci auguriamo che questo possa avvenire. Se ci sarà questa opportunità lo faremo, altrimenti dovremo seguire altri eventi e spostarlo all’anno prossimo.”