Formula 1 | Ecco le decisioni dello Strategy Group per il 2019

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Non emergono rivoluzioni al termine del meeting dello Strategy Group, che ha avuto luogo giovedì scorso a Londra. I team di Formula 1 si sono riuniti nella capitale inglese per discutere i regolamenti e alcune procedure delicate come il gardening leave, senza però operare alcun cambiamento di spessore.

Secondo Auto Motor und Sport e F1 Fanatic, Red Bull non è riuscita a convincere gli altri membri dello Strategy Group ad aumentare il numero di power unit disponibili per stagione, che rimarrà a quota 3. McLaren ha invece proposto con successo una revisione alle regole dei bargeboards in vista del 2019. La finalità, come ha più volte specificato Zak Brown, è quella di ottimizzare lo spazio per fini commerciali ed estetici. E’ stata inoltre proposta da Ferrari la realizzazione di placche dell’ala posteriore più semplici e meno costose.

Tuttavia l’opzione di semplificare il design dell’ala anteriore ha suscitato numerosi pareri contrari, nonostante Ross Brawn abbia supportato l’offerta con modelli grafici. La tanto odiata “shark fin”, invece, potrebbe fare il suo ritorno nel 2019. La discussione di ieri si è infatti concentrata sulla possibilità di accogliere numerosi sponsor, nonché elementi obbligatori come la sigla e il numero del pilota.

La questione del peso per il 2019 è stata discussa ampiamente, raggiungendo l’unanimità. La separazione tra il peso del pilota e della macchina sarà effettiva dall’anno prossimo.  Ai piloti sarà concesso il peso di 80kg con zavorra da aggiungere ai più leggeri, che sarà un vantaggio se usata correttamente.

Il gardening leave è un altro punto sul quale lo Strategy Group si è soffermato. La FIA e la FOM desiderano prevenire la reiterazione di casi simili a quello di Marcin Budkowski, ex membro della Federazione e ora dipendente Renault già attivo a Enstone. Tuttavia un vero e proprio accordo non è stato raggiunto, ma un “gentlemen’s agreement” tra le squadre è necessario per determinare un periodo più lungo di quello stabilito dalle leggi locali in vigore.

Altre questioni, come il cambiamento dell’orario europeo delle 14 (GMT+1), non hanno raggiunto l’unanimità e necessitano quindi di analisi più approfondita.