Ecclestone-Monza: lo scontro dell’estate in 4 punti
La Formula 1 e l’Italia sono ufficialmente in crisi. Se da troppe stagioni non si vede nella classe regina del Motorsport un pilota del Bel Paese difendere il tricolore, nei team la situazione non è migliore. La Toro Rosso, nonostante la sede in quel di Faenza, è italiana solo sulla carta mentre la Ferrari, che almeno regalava emozioni sul podio ai propri appassionati, è oltre un anno che non riesce a vincere una gara. E le prospettive grigie sembrano destinate a diventare ancora più cupe. L’Italia, dopo l’addio al calendario di Imola nel 2006, rischia di perdere anche il Gran Premio a Monza se le minacce fatte da Bernie Ecclestone, ossia di non ospitare più una gara del mondiale a partire dalla stagione 2017, si rivelassero veritiere. Almeno per ora, il possibile addio all’impianto brianzolo non significa che l’appuntamento mondiale possa passare al Mugello, come sognerebbe Luca di Montezemolo, visto che in questo senso non è stata presentata nessuna proposta. Monza e l’Italia rischiano di perdere la Formula 1 e secondo le ultime indiscrezioni servirebbe una cifra annua maggiore dei 16 milioni di euro che attualmente l’impianto versa nelle casse di Ecclestone.
Bernie vuole più soldi – Non è la prima volta che si parla di Monza e della possibilità di perdere la Formula 1. Ecclestone non è uno abituato a tornare sui propri passi e il maggiore problema dell’impianto, levando le questioni legate ai vincoli ambientali, sembra riguardare da vicino l’aspetto monetario. Il numero uno della FOM aspira sempre più a concludere remunerativi contratti con i miliardari dei Paesi asiatici, pressoché di nulla tradizione motoristica che porta inevitabilmente alla mancanza di entusiasmo e soprattutto presenza degli appassionati sulle tribune. E, nonostante i desideri dell’84enne, Mister E. non può permettersi di entrare in ulteriore conflitto con la Federazione e col suo Presidente, Jean Todt, che considera Monza una delle piste più importanti del calendario. L’obiettivo di Ecclestone è uno solo: più soldi o chiude il rubinetto della Formula 1. Le minacce non possono prendere di mira uno circuiti storici della categoria, anzi non dovrebbero colpire nessun tracciato. Eppure vietato sottovalutare la situazione perché l’impianto brianzolo non può permettersi di perdere l’appuntamento Principe della stagione. La sua mancanza dal calendario degli eventi gli taglierebbe inevitabilmente le gambe.
Poche entrate e calo di audience – Una delle motivazioni dell’addio a Monza riguarda da vicino il calo delle presenze nei tre giorni della gara. Se nel 2008 non era difficile arrivare a quota 200 mila appassionati, nell’ultima edizione si è arrivato a stento a 160 mila, una tendenza che sembra poter andare a braccetto anche col calo degli spettatori in televisione. La Formula 1 è praticamente diventato uno sport per ricchi e i numeri del 2014 non potranno che confermare questa tendenza. A differenza di molte altre strutture, che pur di vedere le tribune piene hanno deciso di abbassare il costo dei biglietti, a Monza i prezzi continuano a lievitare, tanto che, levando il prato e le tribune convenzionate o con l’Aci o con i club Ferrari, il prezzo minimo di ticket per assistere ai tre giorni di prove e gara costa non meno di 180/190 euro a persona, un prezzo improponibile per una famiglia.
Bisogna aggiornare le strutture! – Per cercare di convincere Ecclestone a non fuggire da Monza, l’Automobile Club di Milano, che gestisce il circuito e che a breve nominerà il nuovo Presidente, ha pianificato un investimento da 10 milioni di euro per l’ammodernamento della struttura da completare entro i prossimi cinque anni. Eppure, i soldi investiti, potrebbero non bastare. Questo perché basta pensare a paesi come la Russia, l’Azerbaijan o gli Emirati Arabi quanto sono disposti a spendere per avere una gara di Formula 1 nella propria nazione. Senza andare troppo lontano, prendiamo l’esempio della Russia, che vedrà disputarsi il primo Gran Premio della storia nel prossimo mese di ottobre: dopo i soldi stanziati per le Olimpiadi invernali, si è riuscito a trovare ulteriori 200 milioni di euro, poi lievitati a 350 per l’appuntamento di Sochi. Quelle di Monza sarebbero veramente briciole rispetto a quanto potrebbero fare le economie emergenti.
La politica complica la trattativa – Non va dimenticato, che l’uomo chiave di Ecclestone nei rapporti con l’Autodromo era Enrico Ferrari, ex direttore dell’Autodromo costretto a dimettersi a causa delle indagini a suo carico per usura, falso e corruzione.
Venuto a mancare il suo uomo di riferimento, col quale ha discusso contratto del GP d’Italia da più di 20 anni, Mister E. non si farebbe nessuno scrupolo a eliminare Monza. I politici locali e la Regione Lombardia, con il governatore Roberto Maroni in prima linea, sono scesi subito in campo per scongiurare questa triste realtà. Anche Antonio Rossi, l’Assessore dello Sport, ha richiesto l’interesse da parte del premier Matteo Renzi, sostenendo come dovrebbe essere lo stesso governo italiano a muoversi per sistemare la situazione con Ecclestone. L’unica cosa che Monza può fare ora è cercare i fondi necessari da destinare al progetto e per l’impianto brianzolo sarà una calda estate.