Austrian Gp podium, LAT images

Credit: Red Bull Press Area

Basta guardare i volti di Charles Leclerc e Max Verstappen nella foto di copertina di questo pezzo per capire lo stato d’animo con cui hanno vissuto il podio di Zeltweg. Volti ancora eccitati, tesi, consapevoli di un risultato sub judice e non ancora certo in quel momento.

È seguita un’attesa di quasi 4 ore per sapere se il contatto tra Charles e Max era stato regole. Attesa ridicola, irrispettosa oseremmo dire. Ma come, in Canada sono bastati pochi minuti per penalizzare Vettel e qui son servite 4 ore per non punire l’olandese?

Sia chiaro: per noi è giusto non aver penalizzato Verstappen. It’s racing. Non è giusto però costringere gli appassionati ad aspettare così tanto tempo una decisione che mette in risalto l’incoerenza di questo sport.

Commissari diversi a ogni Gran Premio, con metri di giudizio sempre differenti e tempistiche da delirio. Senza considerare che la penalità data a Sebastian a Montreal resterà un macigno su questa stagione, un precedente pericoloso che rischia solo di ingarbugliare le decisioni future.

Vogliamo uniformità di giudizio, regole stabili e certe. Insomma, non vogliamo vedere una Formula 1 ammazzata e svilita.

Un gran peccato, tutto ciò. Perché ieri i due baby fenomeni ci hanno fatto divertire, esaltare. Finalmente! Il #33 ha meritato la vittoria, il #16 prima o poi otterrà questo primo successo che sembra così scarognato (Jean Alesi, sei tu?). È il modo in cui tutto ciò è maturato che risulta antipatico.

Un’offesa per gli appassionati da casa e per quelli presenti in circuito, che hanno il diritto di divertirsi senza aspettare l’esito del VAR, peraltro a scoppio ritardato.