Crisi in Formula 1. I team sempre più poveri pensano all’abolizione dei test?
L’imperativo per il mondo della Formula 1 è tagliare i costi. Si, perché a differenza di quanto si potrebbe pensare la crisi economica che ha colpito indistintamente tutto il mondo si fa sentire anche in quella che viene vista come la classe regina del Motorsport. La priorità di fissare un tetto massimo di spesa è una situazione che avvicina tutti i team di Formula 1 che però hanno serie difficoltà a mettersi d’accordo sulle modalità in cui gestirlo. Le finanze delle scuderie, se comparate a quelle del triennio 2010-2012, registrano perdite di circa 395 milioni di euro, con solo 3 scuderie in attivo, ossia Red Bull, Toro Rosso e Caterham, con la Marussia, fanalino di coda che fa lievitare il proprio passivo a 170 milioni di euro.
La ricetta per ridurre i costi fa storcere il naso a tifosi e anche alla Federazione: estensione del coprifuoco per i meccanici, riduzione del personale, l’introduzioni di parti omologate per le vetture e riduzione dei test. Avete letto bene, è più di una voce. Per fare dei tagli netti, le scuderie starebbero pensando di eliminare i test in-season, introdotti nuovamente nel 2014, e portare a sole due sessioni i test pre-season del 2015. Questo avviene perché i team piccoli avrebbero sempre più problemi a sborsare soldi per le trasferte mentre le sessioni collettive invernali ritornerebbero in Spagna, limitando così la spesa. Se Franz Tost della Toro Rosso è uno dei maggiori supporter dell’eliminazione dei test in-season, il team principal della McLaren, Eric Boullier, è apparso dubbioso a riguardo di questa decisione: «Bisogna fare attenzione a non prendere decisioni folli, perché potremmo ottenere l’effetto contrario a quello che vorremmo», ha concluso.