Cesare Fiorio al Corriere: “La Ferrari di Alonso e Vettel? O si vince subito o…”

Cesare Fiorio al Corriere: "La Ferrari di Alonso e Vettel? O si vince subito o..."

Credits: MediaCenter Ferrari

“In Formula 1 si vince con le intuizioni”, così Cesare Fiorio al Corriere della Sera. Che è anche tornato sulla sua Ferrari e su quella più recente

In un’intervista rilasciata a Flavio Vanetti del Corriere della Sera, l’ex manager Cesare Fiorio, fra le cose, è tornato a parlare delle sue esperienze passate come dirigente nel mondo dell’automobilismo – fra il rally e la Formula 1. Aggiungendo un piccolo sguardo personale sulle questioni sportive più recenti.

Prima domanda, ma la Formula 1 è più bella oggi o quella dei suoi giorni? Il fascino della F1 è senza tempo e offre storie uniche. Spesso ricordo quando dirigevo la Ligier, che era di Flavio Briatore: ogni volta era una sfida infernale, si partiva non da zero ma da sottozero. E ce l’abbiamo fatta, imponendoci addirittura a Montecarlo nel 1996, tant’è che Flavio l’ha rivenduta due volte“.

Due volte? “Sì. La vendette, poi la riacquistò da chi non aveva saputo gestirla bene, quindi la cedette di nuovo. A lui importavano gli affari, io guardavo di più, romanticamente, allo sport e ai risultati. Così una volta mi apostrofò: “Sei l’ultimo rimasto che cerca di vincere le gare. Allora viene da chiedersi come si vince. Un dubbio a cui ha risposto con queste parole: Con le intuizioni. Se non ne hai e vai a rimorchio, arrivi sempre dopo: il punto di rottura è la soluzione che altri non hanno pensato”.

IL CAPITOLO MARANELLO

Ferrari si sa è un sogno per chiunque lavori in questo ambito e per Fiorio è stato un punto d’arrivo, del quale sono orgoglioso. Spiegando che: “Nei 10 anni precedenti la Ferrari aveva vinto solo 3 volte. Io di 36 GP ne ho vinti 9, quindi un successo ogni 4 corse. E un Mondiale sfiorato, nel secondo anno: se Senna non avesse buttato fuori Prost a Suzuka, sarebbe stato nostro”.

Ayrton in Ferrari, ma Prost? “(…) La trattativa con Senna la conoscevamo solo io, lui e il board Ferrari. Prost fu sobillato da un altolocato boiardo aziendale: “Lo sai che il tuo capo sta per ingaggiare Senna?”. Mi scavalcò e aggiunse: “Finché ci sarò io, Ayrton non arriverà“. Prost invitò questa persona a dirlo a Cesare Romiti. Capii che per me il tempo a Maranello era finito”. Prost e Senna nuovamente insieme dopo quanto accaduto in McLaren? Non mi interessava che i due andassero d’accordo. I piloti non devono volersi bene, al diavolo chi pensa il contrario”. Senna avrebbe cambiato il destino ferrarista? “Sì. Ma anche il mio [risata]…”.

E DOPO?

Dopo quell’esperienza alla Ferrari ci sono voluti dieci anni per tornare sul gradino più alto, questo nonostante un periodo complicato durante per tutti gli anni ’90: “Luca di Montezemolo copriva le difficoltà… La Rossa ha impiegato 7 anni a uguagliare i miei risultati, ma a me hanno messo i bastoni tra le ruote e mi hanno rinfacciato un Mondiale perso dopo 10 anni di buchi: di che cosa parliamo?”.

Ma senza Jean Todt, Michael Schumacher avrebbe ottenuto tutto quello che ha ottenuto?
“Difficile dirlo, la vera intuizione di Todt è stata quella di ingaggiare lo staff vincente della Benetton. Michael non ha dovuto sfidare super-fenomeni e ha perso dei Mondiali contro avversari normali. Quando ne è arrivato uno fortissimo, cioè Alonso, il Dream Team si è sciolto”.

Proprio quel Fernando Alonso che nel 2010 arrivò in Scuderia e battagliò per il titolo con la Red Bull di Sebastian Vettel. Storia che poi si ripetè, con gli stessi fallimentari esiti, con il tedesco per a fronteggiare c’era il carro armato tedesco: “Quando hai piloti di quel livello devi vincere entro un paio d’anni: sennò crolla tutto”.

Ora la Ferrari ha una progetto vincente ed un pilota all’altezza, eppure la piega che sta prendendo questa stagione non va come sperato (complice una trinomio a cui manca all’appello ancora la squadra). Ed in questa situazione è Mattia Binotto quello sotto l’occhio del ciclone: “Mattia è un eccellente tecnico che ha dovuto imparare un lavoro non suo. Adesso deve far ritrovare alla Ferrari lo smalto d’inizio stagione dopo errori e guasti. Ma per me la macchina è la migliore del campionato”.