Formula 1 | Il brand Fernando Alonso, alleato di Liberty Media

© McLaren F1 press area

L‘immagine dedicata a Fernando Alonso ai piedi del podio dell’Hungaroring parla da sè. Complici gli 8 punti raccolti da lui, lo spagnolo anche dopo la gara ha rubato la scena alla top 3 del GP Ungheria augurando buone vacanze agli spettatori tramite un cartello. Il merito di questo gesto? Di Liberty Media, ovviamente.

L’ormai iconico meme che ritrae lo spagnolo comodamente seduto sulla sdraio è diventato un vero e proprio strumento di marketing sfruttato appieno dai proprietari della Formula 1. L’episodio risalente alle FP2 del GP Brasile 2015 si è consolidato ed è stato portato a un altro livello mediante i social media, il principale mezzo di espressione per tifosi e vignettisti. L’hashtag #PlacesAlonsoWouldRatherBe è tuttora uno dei più usati a livello virtuale, rappresentando il pilota della McLaren-Honda catapultato in situazioni e scenari irreali e divertenti grazie al photoshop; per non parlare delle stampe 3D della figura di Alonso sulla sdraio create e vendute da un designer online.

Inoltre l’umorismo dimostrato da Alonso nell’affrontare le circostanze difficili a causa delle sue vetture ha contribuito nello sviluppo del personaggio, dall’atteggiamento stoico e autoironico. Team radio sarcastici e attività extra come l’improvvisarsi cameraman hanno servito il prodotto sul piatto d’argento a Liberty Media. Gli americani hanno infatti realizzato l’attrazione odierna che ha reso Alonso un bersaglio facile dell’obiettivo fotografico. L’asturiano nella gag durante la festa del podio è stato quindi grande alleato e produttore di contenuti che coinvolgessero il pubblico giovane dei social, target finale del gruppo statunitense.

La scossa di assestamento alla costruzione di questa “persona” per Alonso è avvenuta grazie alla IndyCar, che presenta un rapporto diverso con il pubblico. Molto più vicina, aperta e incentrata sul personaggio del pilota la serie statunitense ha conferito notevole rilievo a Fernando che, oltre ad aver acquisito una maggiore conoscenza sugli ovali, a Indianapolis ha affinato la propria capacità di interazione con i media per merito della concezione diversa del rapporto sport-pubblico. Il cosiddetto “media-training” ha prodotto risultati tangibili nel famoso discorso di ringraziamento qualche giorno dopo la 500 Miglia, in cui Alonso ha combinato umorismo, emozione e comunicabilità.

Un Alonso americanizzato è quindi l’immagine scelta da Liberty per diffondere il buon nome della Formula 1, impersonata dalla professionalità e dal carisma del campione. Il brand Alonso d’altronde è già affermato, con la sua figura di ambasciatore per il GP dell’Azerbaijan, in cui è stato reso garante e rappresentante dell’evento sponsorizzandolo attraverso la sua presenza nei mesi di preparazione.

A dirla tutta Alonso sta portando a termine ciò che Bernie Ecclestone aveva richiesto: più “characters” tra i piloti. Il suo è senz’altro il ruolo dello showman, trasformando con genialità la situazione della McLaren-Honda in un’attrattiva per il marketing. L‘unica pecca? Se solo la libertà di espressione di Alonso via radio fosse la stessa in conferenza stampa…