Altro che Formula 1: la rivincita di Hulkenberg passa da Le Mans!
La recente vittoria di Nico Hulkenberg alla 24 ore di Le Mans che si è disputata tra sabato e domenica scorsa e che, appunto, è stata vinta dal tedesco insieme al britannico Nick Tandy a al neo-zelandese Earl Bamber, ha riportato alla memoria i mitici anni ’60 e ’70 in cui i piloti di F1 erano anche degli habituè delle corse di durata come Le Mans, la Targa Florio, la 12 ore di Sebring, la 1000 km di Spa o la 1000 km di Monza.
In tempi più recenti, anche Johnny Herbert e Bertrand Gachot hanno trionfato alla Sarthe pur essendo impegnati nel campionato di F1. Più precisamente, nel ’91. In quell’edizione, il pilota britannico arrivò talmente disidratato al traguardo che fu costretto a disertare i festeggiamenti. Eppure, quell’anno, nessuno si sognò di dire ad Herbert chi diavolo glielo facesse fare di correre la 24 ore. Questa cosa è avvenuta, invece, quest’anno con Hulkenberg. Poco prima del Gp del Canada, ho sentito e letto varie considerazioni che avevano come oggetto la “discutibile” scelta del pilota tedesco di correre la mitica maratona francese. I dubbi posti erano, più o meno, i seguenti: è un dispendio di energie inutile; è una corsa pericolosa; deve concentrarsi di più sulla sua carriera in F1. A parte la pericolosità del tracciato (cosa, ahimè, non del tutto falsa, nononostante l’ACO abbia fatto passi da gigante nelle migliorie apportate alla sicurezza del tracciato), gli altri appunti mossi contro Hulkenberg mi sembrano davvero immotivati e frutto di una presunzione di superiorità che la F1 possiede nei confronti di tutto il resto del panorama motoristico e che, a mio modesto avviso, non può permettersi di avere.
Analizziamo questi punti. 1) Un dispendio di energie inutili: beh, non c’è dubbio che fare una 24 ore sia un’esperienza devastante, sia da un punto di vista fisico che mentale, specie se si arriva da un week end di gara come quello canadese e ci si avvia, pochi giorni dopo, ad un altro, quello in terra d’Austria. Hulkenberg, però, ha affrontato questo impegno con una leggerezza tipica di chi non ha niente da perdere. Non è un mistero che la sua Porsche fosse quella su cui Stoccarda puntava di meno e invece, guarda un pò, è stata quella che ha fatto saltare in aria il banco. Inoltre, cosa c’è di più rigenerante per un pilota di una vittoria che ti inserisce tra i grandi della storia dell’automobilismo? La fatica ci sarà sicuramente, ma non credo che Hulk si sia minimamente pentito della sua scelta. Penso non lo sarebbe stato neanche se non avesse vinto. Andiamo all’altro punto: deve concentrarsi di più sulla sua carriera in F1. Cosa ha offerto finora la F1 a Nico Hulkenberg? Il tedesco, arrivato in F1 come una giovane promessa ed ennesimo erede di Michael Schumacher, stupì effettivamente tutti, centrando una pole in Brasile nel 2010. Successivamente, però, pur apprezzando le sue doti di guida, nel paddock c’era sempre qualcuno che trovava qualcosa che non anadava bene in lui. Bravo, sì, ma troppo giovane. Ha poca esperienza. Non emerge nei momenti decisivi. Troppo alto, troppo pesante, meglio un fantino come Gutierrez alla Ferrari come test driver (!!!). Hulkenberg diventava, così, il pilota delle occasioni mancate.
L’anno scorso gli si aprì una nuova possibilità: correre la 24 ore di Le Mans! Una corsa in cui gli ingegneri non sono ossessionati dal peso del pilota bensì dalla generosità del suo piede destro unito (in un mix dalla difficile realizzazione) alla lucidità della sua mente. Hulk, questa volta, non si è fatto sfuggire l’occasione e il destino ha voluto che, proprio alla sua prima partecipazione, vincesse la corsa più bella del mondo, interrompendo la leggendaria catena di successi Audi. Alla faccia di chi gli chiedeva maggiore concentrazione nel portare a spasso una Force India in piena crisi tecnica e finanziaria. Alla faccia di chi crede che Le Mans sia solo un ripiego per piloti anziani o che hanno fallito in F1 (ricordiamoci come ha impressionato positivamente Lotterer l’anno scorso in Belgio con la modesta Caterham). Bravo Hulkenberg. Per me avevi già vinto nel momento in cui hai deciso di partecipare. Ora sei proprio un grande.
Giuseppe Lucera