Alonso: “In termini di ritmo è stata la mia migliore tappa”

Alonso quinta tappa Dakar

Credit: Fernando Alonso Instagram

Fernando Alonso afferma che la quinta tappa della Dakar 2020, in cui ha terminato al settimo posto, è stata finora la sua migliore prestazione in termini di ritmo e si congratula con se stesso per aver superato un altro ostacolo complicato, soprattutto per la difficile sezione finale

Nonostante abbiano subito due forature nelle fasi iniziali, Fernando Alonso e Marc Coma hanno tagliato il traguardo al settimo posto a dodici minuti dal vertice, occupato da Carlos Sainz, vincitore della tappa. Lo spagnolo non ha esitato a sottolineare che finora questa è stata la sua miglior prestazione, perciò ha affermato:“Buona giornata per noi. Due forature e qualche difficoltà, ma il resto è andato molto bene. Per quanto riguarda il ritmo, questa è stata la mia migliore tappa. Saremmo stati quarti senza le due forature e alcuni momenti che ci hanno fatto perdere qualche posizione”.

“Nella zona sabbiosa, il ritmo è stato buono e avrei potuto fare un po’ di più se non avessimo perso tempo, forse un minuto o due con Carlos, Nasser e Peterhansel. La navigazione di Marc Coma è stata perfetta e il terreno ottimo per la nostra Toyota. Gli ultimi 250 chilometri erano paragonabili alle montagne russe con salti a tutta velocità. In ogni caso, abbiamo ottenuto un buon posto per domani, ha così proseguito Fernando Alonso, che ha anche precisato che questi tipi di scenari sono più adatti alle caratteristiche della Mini, anche se spera che Nasser Al-Attiyah possa scalare posizioni nella seconda parte della Dakar.

L’ASTURIANO E’ OTTIMISTA

“Penso che queste fasi siano molto adatte alla Mini che hanno infatti dimostrato di avere un vantaggio stratosferico, perciò vedremo se nella seconda parte Nasser riuscirà ad attaccarle”.  ha così proseguito, concludendo spiegando l’apprendimento intensivo svolto prima e persino durante la Dakar. In tal senso, Fernando Alonso è ottimista in vista delle fasi successive. “Ho compreso in sette mesi ciò per cui avrei dovuto avere 15 o 20 anni di esperienza, grazie a Marc e ai suoi milioni di chilometri percorsi; a Nasser e ai suoi test in Qatar e a De Villiers in Sudafrica. Ad Agosto ad esempio non sapevo come affrontare una duna e Marc è stato prezioso, perché ha molta esperienza e mi ha insegnato tutto ciò che so”.