© Scuderia Ferrari press area
Quello in Australia doveva essere il weekend del trionfo per Carlos Sainz. Dopo aver fatto da scudiero a Charles Leclerc nelle prime due gare, lo spagnolo sembrava pronto a dare la propria prova di forza. Le aspettative erano alte, soprattutto dopo le sue ultime dichiarazioni e le prime prestazioni all’Albert Park. Alla prima pole position in carriera, o addirittura alla sua prima vittoria, Sainz però non ci è mai arrivato. Ma partiamo dall’inizio.
Dopo i primi due appuntamenti stagionali, la Ferrari si è rivelata la bestia che i tifosi del Cavallino stavano aspettando. Doppio podio in entrambe le occasioni. Una Red Bull veloce, competitiva, ma ancora sofferente per quei problemi che a Maranello sembrano invece aver superato. Dopo due Gran Premi passati sempre alle spalle del compagno di squadra, lo spagnolo era pronto ad affermare la sua presenza. Era un Sainz determinato quello che abbiamo sentito dopo Gedda: lavorare su se stessi e tornare ancora più forti in Australia, per recuperare il gap con Leclerc.
La promessa è stata mantenuta: la prima sessione di prove libere è stata capitalizzata dalla Rossa del madrileno. Che ha registrato un tempo irraggiungibile perfino per il suo compagno di squadra, l’idolo del momento. Velocissimo anche per il resto delle prove libere: nelle FP3 soltanto la bandiera gialla gli impedisce di migliorare quello che al momento era il quinto tempo in classifica.
Ma poi arrivano le qualifiche del sabato pomeriggio: un disastro. Utilizzando le stesse parole esclamate dallo spagnolo via radio. La monoposto c’era, il pilota c’era: come da stessa sua ammissione, Sainz avrebbe potuto lottare per la pole. Ma il Q3 si rivela più arduo del previsto: prima la bandiera rossa, che interrompe un ottimo giro del madrileno. Poi il problema di accensione della sua F1-75, che costringe lo spagnolo ad uscire dai box giusto in tempo per un unico ultimo tentativo.
Ma ormai le condizioni erano già critiche: le mescole hard che montava non avevano il tempo necessario per scaldarsi, e il tramonto che calava sull’Albert Park non ha agevolato la situazione. Sainz commette un errore in curva 10, che lo relega in quinta fila. Non un ottimo punto di partenza. Ma c’era la possibilità di una grande rimonta. Che forse avrebbe reso il weekend di Sainz ancora più memorabile. Tuttavia, sullo spagnolo ha preso il sopravvento la frustrazione delle qualifiche, la rabbia dell’errore. E forse anche la vergogna di essere, ancora una volta, dietro al suo compagno di squadra.
Come se non bastasse, un problema al volante gli complica la partenza in gara. La Ferrari numero 55 perde ancora più posizioni. Sainz tenta di rabbia il sorpasso sull’Alfa Romeo di Bottas, ma gli pneumatici ancora freddi gli fanno perdere il controllo della monoposto, che finisce così nella ghiaia soltanto al secondo giro. “Dovevo essere più paziente.” ammette lui stesso. “L’errore è stato mio. Avevamo una buona chance con la mescola dura, ma in quel momento non era ancora pronta“.
Sainz non lascia l’Australia solo con la consapevolezza di aver perso una grande opportunità per se stesso. Ma anche con la consapevolezza di averla persa per tutto il team. Il suo ritiro ha significato la perdita di un’ottima occasione per allungare ancor di più su Red Bull, grazie al K.O. di Verstappen. E mentre Sainz se ne va da sconfitto, Leclerc lascia l’Albert Park da eroe della folla. Conquistando il suo primo grand chelem (12 anni dopo l’ultimo della Ferrari) e confermando la forza sua e della sua monoposto.
E’ stata soprattutto la sfortuna a giocare a sfavore del madrileno. Ma questi casi, che sia sfortuna o propria responsabilità, pesano non poco sulla mente del pilota. E sappiamo quanto la Formula 1, oltre a essere uno sport fisico, sia anche uno sport estremamente mentale. Siamo ancora soltanto alla terza gara di stagione, ma gli equilibri interni al team si assesteranno da qui a poco. E sarà meglio che lo spagnolo non si lasci abbattere dal carisma di Leclerc, per poter confermare quello che Binotto tiene sempre a specificare. E cioè che a Maranello si conta su entrambi i piloti.