Sicurezza in Formula 1: ecco le tre proposte, Halo grande favorita

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L’incontro che si è svolto a Londra nella giornata di venerdì sarà sicuramente ricordato come un fatto storico per la Formula 1. Anche se questo potrebbe voler dire snaturare il concetto della monoposto di Formula 1 per come l’abbiamo vista e conosciuta fino ad oggi, la classe Regina del Motorsport sembrerebbe essere pronta ad accogliere per la prima volta dalla nascita della Categoria il cockpit chiuso.

Dallo scorso settembre, quando la FIA ricevette le proposte da parte delle scuderie, a seguito di analisi e studi approfonditi il government della Formula 1 ha presentato ai team i tre progetti più interessanti. Se arrivasse l’unanimità, l’intenzione sarebbe quella di includere le nuove modifiche già all’interno del Regolamento Tecnico di Formula 1 del 2017, rinnovando completamente la struttura delle monoposto. Come hanno mostrato i colleghi della Gazzetta dello Sport la FIA ha preso in analisi tre soluzioni che potrebbero rendere le vetture di Formula 1 più sicure attraverso l’utilizzo di halo, che potrebbe deviare eventuali detriti che punterebbero in direzione della testa del pilota, oppure di una gabbia.

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Anche se la questione della sicurezza è da sempre stata una priorità per la Formula 1, nel corso della storia ci sono stati incidenti che hanno agito come un catalizzatore per riportare di attualità un punto sul quale, personalmente, non si riuscirà mai a lavorare abbastanza. Con ogni probabilità i più significativi sono stati quello di Jackie Stewart, in Belgio, nel 1966 e quello mortale di Ayrton Senna, a San Marino, nel 1994. Ora il mondo dei motori sta vivendo una nuova transizione. La morte di Jules Bianchi e Justin Wilson nel 2015, Henry Surtees nel 2009 senza dimenticare il tremendo incidente che ha visto protagonista Felipe Massa in Ungheria, sempre nel 2009. Se i piloti di Formula 1, attraverso il proprio portavoce e numero uno della GPDA, Alex Wurz, hanno fatto sapere di essere pronti ad accogliere un cambiamento davvero straordinario come potrebbe essere quello dell’abitacolo chiuso, la Federazione è venuta incontro ai drivers per trovare un compromesso.

Attualmente la soluzione che si trova in una posizione più vantaggiosa è halo, proposta della Mercedes. Un concetto per certi versi rivoluzionario ma dai molteplici punti oscuri visto che, oltre alle possibili difficoltà che potrebbe dover accusare il pilota per uscire in caso di incidente, nessuno ha dati certi su quella che possa essere la visibilità. Per di più, una protezione come quella di halo potrebbe sì deviare detriti di grandi dimensioni ma non quelli di più discreta grandezza dato che il pilone centrale è stretto.

Si è fatto un bel passo in avanti in quanto a sicurezza e sicuramente la situazione migliorerà ancora ma, nonostante gli sforzi, non sarà mai abbastanza per proteggere completamente dei ragazzi che corrono a 300 km/h.