Credits: @GeorgeRussell63 (Twitter)
Come già ampiamente annunciato questo sarà un anno rivoluzionario dal punto di vista del regolamento tecnico. Grazie a una nuova serie di monoposto che potranno stravolgere le gerarchie a cui siamo stati abituati. Di simile eventualità ne è a conoscenza lo stesso George Russell; il neo promosso in Mercedes non esclude infatti la possibilità che diverse squadre possano lottare per il titolo, fra cui la Ferrari.
Dopo tre stagioni in Williams, nel 2022 il pilota classe ’98 avrà l’occasione di misurarsi al volante della W13 e di battagliare finalmente per le posizione che più contano. Lo farà però in una stagione in cui quelli di Brackley hanno meno certezza delle carte che hanno in mano – per il motivo già citato. Certo è che non è assolutamente detto che le cose cambino, ma in diversi sperano di riscattarsi dopo anni di purgatorio (e forse anche d’inferno).
“Un team come la Ferrari, che ha trascorso due anni difficili, sarà affamato. Grazie in particolar modo al cambio regolamentare sono certo che torneranno in lotta, e lo stesso credo che accadrà anche con la McLaren. Queste squadre hanno tutto per poter competere per il successo: infrastrutture, ingegneri di talento e piloti davvero forti”, le parole del britannico che si leggono su Motorsport.com.
“Penso che ci saranno cinque scuderie in grado di fare qualcosa di speciale il prossimo anno. Bisognerà fare attenzione a non sottovalutare nessuno, e la chiave per il successo sarà la capacità di sviluppare la vettura. Non si tratterà di avere la macchina più veloce durante i test o alla prima gara. Tutto dipenderà da chi riuscirà a capire meglio la monoposto e riuscirà a svilupparla nel corso della stagione partendo da ottime fondamenta. Sono dell’idea che tutti i team faranno grandi progressi dalla prima all’ultima gara”.
A detta di Russell, la chiave per farcela sarà quindi quella di lavorare bene prima e dopo. Sarà importante azzeccare il progetto, ma soprattutto essere capaci di renderlo e mantenerlo competitivo nell’arco dei mesi. E continuando a fare l’esempio della Rossa, il 2017 e il 2018 in tal senso dovrebbero avergli insegnato qualcosa.