© Red Bull Racing Press Area
I successi consecutivi di Baku e Monza ci hanno lasciato con un unico interrogativo: Max Verstappen ha ancora qualche possibilità di vincere il titolo piloti con la Red Bull? L’olandese, già detentore di quattro trofei iridati, ha più volte dimostrato il suo innato talento. Lo scorso anno ha difeso con determinazione la leadership della classifica, nonostante la crescente superiorità della McLaren, e alla fine ha conquistato il Mondiale.
Quest’anno, invece, la sfida si è complicata, e il divario con il team papaya è apparso evidente fin dai primi Gran Premi. Spesso Max ha dovuto limitarsi a sfruttare le occasioni favorevoli, come accaduto in Giappone. Altre volte, però, ci ha regalato autentici capolavori, come a Imola, con quel sorpasso all’esterno su Piastri che gli ha praticamente assicurato la vittoria.
Quando ormai sembrava che l’assegnazione del titolo 2025 fosse divenuta una questione di famiglia, sono cominciati a emergere i primi dubbi. Lando Norris è un talento cristallino, ma spesso incappa in errori e partenze poco brillanti. Le sue fragilità non intaccano le sue capacità; anzi, ci ricordano che anche i piloti hanno un lato umano. Resta però il dubbio che forse non sia ancora pronto a giocarsi il Mondiale.
Dall’altro lato del box c’è Oscar Piastri: freddo, imperturbabile, quasi incapace di concedersi un’emozione dopo una vittoria, sempre concentrato sul prossimo traguardo. Ma ora che la battaglia iridata è entrata nel vivo, anche l’australiano pare avvertire il peso della pressione, come si è visto nell’ultimo GP di Azerbaijan.
Potremmo pensare che sia una questione d’età. Eppure Max il suo primo titolo lo ha conquistato a 24 anni: la stessa età che ha oggi Oscar Piastri. Il pilota della Red Bull, però, è nato con un solo obiettivo: correre per vincere. Quando non è su una pista di Formula 1, lo trovi su una piattaforma di gaming online oppure a gareggiare in un altro Mondiale di auto. Precisamente al Nürburgring, in una gara GT3, dove si diverte a mettere in ridicolo gli avversari, vincendo a bordo di una Ferrari 296. Quando si dice aver fame di vittoria.
Ma diciamolo chiaramente: senza una vettura competitiva non si va da nessuna parte. E il solo talento di SuperMax non basta a spiegare questi ultimi risultati incoraggianti. In casa Red Bull, infatti, sono stati introdotti dei cambiamenti: l’approccio è cambiato, con maggiore attenzione ai feedback dei piloti anziché limitarsi ai dati. Inoltre, il nuovo fondo portato a Monza sembra aver dato i suoi frutti, rendendo la RB-21 più bilanciata.
“Oggi possiamo dire di aver ritrovato qui alcune delle cose positive viste a Monza“, aveva commentato così il team principal Mekies, al termine del GP d’Azerbaijan. “A Baku ci sono solo curve lente e poco carico aerodinamico, ma questa combinazione ha funzionato molto bene per noi. È un contesto completamente diverso rispetto a Monza, e questa è la buona notizia per il team“. Questo fa ben sperare che gli aggiornamenti effettuati finora abbiano reso effettivamente la vettura più performante.
Dunque, cosa aspettarsi dal prossimo GP di Singapore? Il Marina Bay Street Circuit è un tracciato cittadino che richiede un set-up ad alto carico aerodinamico. Ma non è l’unico motivo di preoccupazione per il chief della Red Bull, considerando i problemi di surriscaldamento agli pneumatici che affliggono il team austriaco. “Non si tratta solo dell’alto carico aerodinamico” – ha affermato Laurent – “Ma lì c’è un caldo incredibile, che alla nostra macchina non sembra piacere molto. Quindi sarà il vero banco di prova per vedere dov’è il nostro livello”.
Dato che quello di Budapest è stato l’ultimo circuito ad alto carico – dove Verstappen non era riuscito a concludere la gara a causa dell’incidente con Antonelli – fare previsioni è difficile. Il GP di Marina Bay non servirà solo a valutare se Verstappen potrà ancora competere per il titolo, ma costituirà anche un punto cruciale per la Red Bull, un weekend decisivo per capire quali siano i reali progressi della vettura.