Credits: Alfa Romeo Press Area
Dopo 19 stagioni e 352 Gran Premi, per Kimi Räikkönen è arrivato il momento di appendere il casco al chiodo. Lo ha fatto ad Abu Dhabi al termine di un weekend incolore, concluso anzitempo a causa di un guasto ai freni della sua Alfa Romeo. Solitamente per i piloti tagliare il traguardo dell’ultima gara ha un significato simbolico, ma Kimi non è parso troppo triste di fronte alle circostanze avverse. A dire il vero, l’impressione è che Räikkönen non vedesse l’ora di salutare il paddock, a prescindere da tempi e modi del commiato.
Al finlandese gli intervistatori della Bild hanno rivolto la fatidica domanda: pensi che tornerai nel mondo della Formula 1 un giorno? “Non so, solo il tempo ce lo dirà. Una cosa la so per certo: guidare è l’unico aspetto che ho apprezzato totalmente nel corso della mia permanenza nel Circus! Potrei non mettere più piede nel paddock”, ha spiegato senza mezzi termini Räikkönen. “La Formula 1 non è mai stata la mia vita. Per me ci sono sempre state altre priorità. Da questo punto di vista, con il ritiro non cambierà nulla”.
“Non ho smesso di gareggiare perché non mi reputavo più all’altezza”, ha proseguito Kimi, “ma perché credo di avere cose migliori da fare che spendere il mio tempo prendendo aerei e dormendo in hotel”. Quali progetti, dunque, per il futuro? “Al momento non ho programmi, e non intendo farne. I miei figli vorrebbero un cane, ma ancora non abbiamo deciso a riguardo. Per loro è già molto bello che io possa passare più tempo a casa“.
A dirla tutta, un piano per il futuro immediato il finlandese sembra averlo: riposarsi il più possibile. “Voglio godermi queste vacanze. Finora non avevo potuto farne, se escludiamo la pausa estiva. In quel caso si è trattato di due settimane e mezzo durante le quali era necessario continuare ad allenarsi. In un angolino della mia mente sapevo perfettamente che di lì a poco sarei dovuto tornare alla solita, ordinaria follia della Formula 1″, ha concluso Räikkönen, non nascondendo la sua insofferenza. Forse la chiave del ragionamento sta in quel termine, “ordinaria follia”, usato quasi con disprezzo: quando viene meno la voglia, il ritiro diventa l’unica opzione sensata.