Michael Schumacher, sette anni dopo l’incidente di Meribel

Michael Schumacher

© michael-schumacher.de

Dal 29 dicembre 2013 le notizie sulle condizioni del campione tedesco sono avvolte dalla massima riservatezza

Sono trascorsi ormai sette anni da quando la tremenda notizia dell’incidente sugli sci di Michael Schumacher sulle nevi di Meribel sconvolse il mondo intero. Da quel momento in poi la famiglia ha deciso di proteggere il campione tedesco dalla fuga di notizie e dalle tante speculazioni mediatiche. Una scelta che va compresa e rispettata per quella che è, perchè non è certo concedendo il nome Schumacher in pasto ai cacciatori di click che si aiuta un uomo nella sua battaglia per la sopravvivenza.

Ma nonostante il silenzio sulla sua vicenda personale, in questi sette anni, ci si è trovati spesso a parlare di Michael Schumacher. Da una parte abbiamo assistito all’ascesa di Lewis Hamilton, capace di eguagliare mattoncino dopo mattoncino tutti i record che il tedesco aveva conquistato nel corso della sua straordinaria carriera. Dall’altra con l’emozionante scalata alla Formula 1 del figlio Mick, che ha sgomitato con successo nelle categorie propedeutiche fino a guadagnarsi un contratto con la Haas in vista della prossima stagione.

Sette anni dominati in lungo e in largo dalla Mercedes. Quella stessa Mercedes con cui Schumacher ha concluso la sua straordinaria parabola in Formula 1 al termine di un triennio contraddittorio, fatto di pochi acuti e tante delusioni. La casa di Stoccarda inizierà a vincere in ripetizione dal 2014 in avanti, con l’arrivo dei nuovi regolamenti e dei motori ibridi. Si può perfino tristemente notare come Michael Schumacher abbia contribuito a mettere le basi per i due cicli più vincenti della storia della Formula 1, uno dei quali vissuto in prima persona nella sua avventura alla Ferrari. Ma che per uno scherzo del destino non abbia mai potuto assistere neanche all’avvio del secondo, essendo ormai da troppo tempo in lotta per la vita.

LA TENACIA DEL FUORICLASSE

Tenacia e dedizione a Schumi non sono mai mancati. In gara, in particolare, sembrava un computer. Con la freddezza di realizzare il tempo giusto al momento giusto. Come ad Imola nel 2006, in una delle sue ultime vittorie, quando abbassò improvvisamente il proprio tempo nel giro successivo alla sosta di Alonso riuscendo a rimanergli davanti. Quella forza mentale senza la quale è impossibile emergere in un mondo spietato e competitivo come quello della Formula 1, pronto a portarti in trionfo e a farti sprofondare poi nell’oblio nel giro di qualche settimana. La tempra del combattente, insomma. Di un uomo circondato dall’affetto familiare e dall’amore degli appassionati, accomunati dalla speranza di poter tornare ad abbracciare il proprio eroe. Keep Fighting Michael!