Credits: Scuderia Ferrari
La direzione di gara, sotto la direzione di Masi, infatti, ha annunciato che Leclerc era sotto investigazione pochi momenti prima dell’accensione del semaforo verde della pit-lane, segnale che permette ai piloti di effettuare i loro giri di ricognizione per poi posizionarsi in griglia.
La presunta irregolarità, poi risultata fondata, si riferiva alla quantità di carburante presente nella SF90 del pilota monegasco con la Ferrari che ne aveva dichiarato 4,88 kg in meno, rispetto alla quantità realmente presente nella monoposto.
Michael Masi, direttore di gara della Formula 1, ha dichiarato al posto del GP di Abu Dhabi: “Abbiamo un processo giudiziario da svolgere che è abbastanza complicato, in modo che il team possa avere l’opportunità di presentare il suo ricorso”.
Continuando a spiegare l’accaduto, ha detto: “Cinque minuti prima dell’apertura dell’uscita dei box non c’era tempo sufficiente per convocare le persone, ascoltarle tutte e ascoltare il caso correttamente“.
La dichiarazione sul peso di carburante è stata resa obbligatoria all’inizio di quest’anno attraverso una direttiva tecnica della FIA, di cui Masi ha spiegato il processo: “Tutto il carburante è fatto a peso, c’è un controllo casuale”.
“L’auto viene pesata, quindi il carburante viene consumato e (l’auto) nuovamente pesata per confrontare la differenza tra i due pesi e vedere cosa è stato dichiarato nel carburante. Se c’è una differenza, allora hanno dichiarato erroneamente per qualsiasi motivo”.
Al termine del Gran Premio alla Ferrari stata commutata una multa di 50 mila euro, e come si è potuto leggere nel comunicato della FIA: “Il delegato tecnico è stato in grado di confermare la massa di carburante immessa nel serbatoio controllando secondo la procedura specificata in TD / 014-19. Di conseguenza, gli amministratori hanno stabilito che la squadra avrebbe dovuto essere multata di 50.000 euro per la sua dichiarazione inesatta”.