Credits: Mercedes AMG Petronas, Press Area
Anche per i più grandi di ogni tempo arriva il momento, nel nostro specifico, di appendere il casco al chiodo. Dopo aver perso il titolo contro Max Verstappen, lo scorso anno, e l’ormai ben nota pausa dai social, la mancanza di competitività della Mercedes hanno riportato a galla le voci di un possibile ritiro per Lewis Hamilton.
Non è che negli ultimi anni non si sia parlato di questa possibilità. Ma, in linea di massima, i rumors si sbizzarrivano nel momento in cui a ritardare era il rinnovo contrattuale. Non tenevano banco per tutto l’arco della stagione. È inevitabile parlare di ritiro nel momento in cui il campione in carica della specialità “cade in disgrazia“, se così vogliamo dire. E in questo caso è proprio uno dei protagonisti ad alimentare le voci, volontariamente o involontariamente.
È stato proprio Lewis Hamilton, dopo la tappa di Imola, a dichiararsi fuori dai giochi iridati per quanto riguarda il Mondiale. La Mercedes è in difficoltà, nessuno lo nega, ma darsi già per sconfitti dopo praticamente quattro Gran Premi disputati su più di venti, è sembrato un po’ strano.
Il pilota inglese ha 37 anni. Non è il più vecchio della griglia di partenza. Questo titolo appartiene a Fernando Alonso che quest’anno compirà 41 anni e, se Alpine non decide di scrollarselo di dosso, non sembrerebbe avere alcuna intenzione di lasciare la Formula 1.
Quando Lewis Hamilton ha avuto monoposto non competitive, e ne ha avute a differenza di quello che si legge in giro, non c’è stata una volta che si sia abbattuto, che abbia mollato il colpo. Ecco perché, guardandolo in viso durante gli incontri con la stampa, non sembra nemmeno più il Lewis Hamilton che si conosceva. È invecchiato nel vero senso della parola. Disilluso. Come se la sconfitta, che poi tale non è stata, del 2021 lo avesse, in un certo senso, cambiato. In peggio.
Ma quindi, quello che si chiedono tutti è: si ritirerà Lewis Hamilton? Questo non ci è dato saperlo. Almeno non ora. A questa domanda, per ora, è in grado di rispondere solo lui. Chi scrive può semplicemente osservare e analizzare i fatti.
Ossia: la Mercedes è senza dubbio in difficoltà e ci vorrà un’inversione di tendenza quasi miracolosa per sperare che la W13 diventi abbastanza veloce per lottare per il titolo e, come se non fosse già abbastanza questa situazione, ci si mette di mezzo anche il compagno di squadra George Russell a rompere le uova nel paniere a Sir. Lewis Hamilton.
Quando l’inglese ha deciso di proseguire a correre in Formula 1 anche nel 2022 era ben conscio di quello al quale poteva andare incontro. A ogni grande cambio di regolamento, non è così singolare che, la monoposto dominante fino a quella stagione venga buttata giù dal suo trono.
Ma uno dei motivi che hanno alimentato le voci di un possibile ritiro di Lewis Hamilton a fine anno, toccano da vicino anche il compagno di squadra del 37enne, Russell. Che George sia un pilota di talento è indiscusso ma nessuno si sarebbe aspettato che potesse disputare un inizio di campionato di così alto livello, per la prima volta in assoluto con Mercedes dalla prima gara.
Fino ad ora Russell si è comportato bene ma, va anche detto, che quattro Gran Premi sono troppo pochi per tirare le somme. Ed è anche, forse, prematuro esprimere un giudizio totalitario su un pilota giovane che, per il momento, non ha addosso la pressione di “giocarsi il titolo Mondiale”. Perché, lo abbiamo visto anche a Imola, e con piloti con più esperienza di Russell. Quando ti trovi nei posti che contano, la pressione è in grado di fare brutti scherzi.
Ma come ti senti in questa situazione? Questa è probabilmente la domanda, forse la più interessante, che chiunque scriva vorrebbe ardentemente fare a Lewis Hamilton. Che non sia contento è intuibile. Nessun pilota lo sarebbe a prescindere dal dato anagrafico. Ma è davvero plausibile che, dopo tanti anni al vertice e dopo aver raggiunto nelle classifiche iridate una leggenda di questo sport, come Michael Schumacher, Lewis Hamilton non abbia più voglia di lottare?
Questa è un’altra domanda alla quale solo lui può rispondere. Solo Lewis sa se ha ancora il desiderio e la motivazione di combattere. È qualcosa sul quale rifletterà molto profondamente. Perché per uno sportivo, uno abituato a vincere, a stare sempre davanti, lo lotti per la vittoria la molla che ti spinge ad andare oltre i tuoi limiti sono i record e i numeri che accumuli nel palmarès. Ma se ti ritrovi a lottare per l’ottava o la nona posizione, devi trovare un altro tipo di motivazione.
L’unica cosa dalla quale Lewis Hamilton non deve farsi inghiottire è il declino. E di questo, a oggi, non c’è traccia. Proprio pochissimi mesi fa l’inglese conquistava in Brasile, probabilmente una delle sue vittorie più iconiche in Formula 1. Il fatto che a Imola sia stato più lento di Russell non vuol dire che la carriera di Hamilton sia finita.
Magari questo campionato 2022, che potrebbe persino rivelarsi la sua prima stagione senza vittorie, potrebbe portare all’inglese nuova combattività con l’obiettivo di tornare al vertice. Ma come è prematuro, già ora, parlare di un’annata a secco di vittorie per Hamilton è altrettanto presto affermare che la parabola della carriera dell’inglese si trovi nella sua fase calante. Uno sfortunato weekend non può essere presentato come una prova per indicare che la sua carriera sia agli sgoccioli.
E proprio nell’ultima settimana, Lewis Hamilton ha pubblicato su Instagram una foto sibillina: “Lavorando sul mio capolavoro, sarò l’unico a decidere quando mi ritirerò“. Parole che non nascondono alcun segnale di cali di motivazione, declino o ritiro.