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© Ferrari Press Area

Mercedes contro resto del mondo 1 a 0.
Strapazza gli avversari e ammazza un campionato che è nato morto.Ecco,in sintesi, il GP d’Australia.

Che avrebbero pressochè dominato lo si sapeva. Come si sapeva che li dietro avrebbero tutti faticato, tutti insieme a correre un campionato a parte.
Quello che non si sapeva era che mentre Hamilton e Rosberg viaggiano spediti e privi di intoppi gli altri non solo non mantengono il passo ma mancano in consitenza e affidabilità. Tutti, chi più chi meno.
Quella tanto cara affidabilità che sembrava magicamente raggiunta nel 2014 in maniera trasversale dalla prima all’ultima della classe , nonostante i nuovi motori turbo, e che aveva fatto pensare bene alla FIA di abbassare le P.U. a disposizione delle squadre a quatttro oggi sembra un azzardo.
Chi con problemi elettrici, chi con guai meccanici i team dell’altra Formula Uno mancano terribilmente e danno a questa prima apparizione 2015 un senso di mediocrità che fa tremare le vene ai polsi.
Precari, intangibili. Alcuni con la consistenza di ectoplasmi.
Che qualcosa non andasse come doveva lo si era capito fin dai primi giorni del week-end  con la presenza – non presenza, prima della Marussia (o Manor fate voi), che praticamente compare solo nella lista ufficiale della FIA e poi con la scena tragicomica della Sauber che inzialmente addirittura rimane ferma ai box sotto la minaccia legale che risponde al nome di Giedo Van De Garde.

Basterebbe guardare la griglia di partenza al semaforo verde per farsi un idea ancora più chiara.
Nove scuderie in griglia al momento del giro di formazione e nemmeno tutte al completo allo start.
Fuori prima di prendere il via Bottas (che nemmeno si schiera per un problema alla schiena), Magnussen con la McLaren e Kvyat con la RedBull (per guai rispettivamente alla P.U. Honda e al cambio).

La cosa che deve spaventare gli avversari e di certo mettere il buon umore a Toto Wolf & Co. non è il risultato finale buono per classifica e statistiche.Piuttosto il fatto che mentre i vincitori dello scorso campionato hanno pensato bene di rischiare e stravolgere un progetto che era bello che stabile e tutt’ altro che bisognoso di rivoluzioni trovando la strada per incrementare prestazioni e solidità, gli altri,  cercando di prendere meno rischi possibili, si sono ritrovati, fatta eccezione forse per Ferrari e Williams, ancora piu indietro della stagione passata.

Proprio la Ferrari appare come seconda forza del campionato, anche se in chiara coabitazione con il team di Grove.
La manciata di secondi che separano Massa da Sebastian Vettel sono frutto di una buona strategia della Rossa. E visto che il brasiliano non vale il tedesco ecco che se siamo li in termini di prestazioni assolute.
L’altra rossa con Raikkonen,  un po come ci ha abituati negli ultimi tempi,  sembra carburare tardino e quando si sveglia e inizia a recuperare(grazie anche al modo nuovo e migliore di trattare gli pneumatici ) viene fermato da un problema al dado della posteriore sinistra. Peccato.

Ad essere obiettivi la sola che ha sorpreso in maniera positiva in questo week-end è stata la Sauber.
Tra macchina e piloti una ventata di freschezza e ottimismo. La vettura c’è decisamente e sembra adattarsi in modo egregio alla P.U. e al “gearbox” Ferrari (in rettilineo teneva il passo di RedBull e Ferrari con velocità di punta anche maggiori).
Ottimi anche i due piloti, su tutti Nasr che al debutto in gara dimostra di poter dire la sua li in mezzo a quelli che si scanneranno per tutta la stagione in cerca di qualche punticino che vale oro e che riesce(di questi tempi una mezza vittoria per alcuni) a scampare al doppiaggio per una manciata di metri. Con tutto il rispetto che la legge merita ce lo mettereste voi ora Van Der Garde al posto di uno di quei due?

Che fine abbia fatto la RedBull del geniaccio Newey ancora è da capire.
Le gare vinte da Ricciardo nel 2014 sembrano far parte di una realtà lontanissima e non aiuta certo la situazione disastrata in casa Renault, che forse invece di pensare ad acquisire qualche team per tornare con una vettura tutta sua dovrebbe mettersi in testa che oggi la P.U. è la chiave per passare dalle prestazioni da vergogna ai pensieri di vittoria.

Poco o niente in casa Lotus. Qualifiche in sordina e gara che dura un battito di ciglio. Si parla più delle voci che danno la scuderia sommersa da problemi economici che delle prestazioni in pista. Brutto segno.

I giovani quest’anno sembrano poter dare soddisfazioni dove le vetture mancano.
E’ il caso anche, oltre che della Sauber, della Toro Rosso. Intanto per un motivo o per un altro visto il week-end riuscire a partire con due vetture fa venire il buon umore e a guardare le prestazioni(dei piloti) c’è da essere cautamente ottimisti. Sainz e Verstappen non sfigurano, anzi.

In ForceIndia avevano pensato bene di rimandare la presentazione e quindi la messa in pista della VJM08 per prepararsi al meglio, ma non fare km oggi con queste vetture e il numero di test a disposizione rappresenta un mezzo suicidio.
Ecco cosi che sia Perez che Hulkenberg arrancano un po. Il messicano non si smentisce nemmeno in questa gara d’apertura sfoggiando il suo cavallo di battaglia.Gomme dure (in questo caso di parla di mescola Media) fino a che non ce n’è piu (che stavolta vuol dire 40 giri su 58 totali) e via andare tra qualche toccatina e qualche escursione di troppo.

Imbarazzante la McLaren che sembra ormai “groggy” sotto i colpi della Honda. Ultima in griglia(tra le scuderie che partecipano relamente) e ultima in gara. Ci sarebbe pure da sorridere se, come detto, non fosse l’ultima monoposto a tagliare il traguardo  in una gara che parte con 15 monoposto e con Button che prende pure due giri da Hamilton con buona pace di chi si lamentava delle piccole scuderie perchè troppo lente e al limite della pericolosità.
Piccolo pensiero al grande assente, Fernando Alonso.
A quantificare in termini numerici l’assenza dello spagnolo in questo primo appuntamento della stagione ci ha pensato qualche giorno fa la  Repucom(società di marketing sportivo) che ha messo in cima lo spagnolo tra i piloti più “commerciabili” della F1.
Basterebbe questo a far capire il peso e l’impatto mediatico che ha avuto la sua vicenda.
Ma si sa “the show must go on” e cosi si è partiti senza di lui e soprattutto senza che nessuno(forse nessuno no) sappia cosa sia successo in quegli attimi all’interno dell’abitacolo della sua MP4-30.
Che queste F1 siano potenzialmente delle sedie elettriche(perchè è questo di cui si parla senza mezzi termini) sembra piuttosto paradossale o se vogliamo talmente pericoloso da sembrare assurdo.
In ogni caso alzi la mano chi non pensa che abbia fatto una delle scelte più azzeccate della sua carriera a non andare in Australia evitando cosi una di quelle figuracce epocali da libro di storia.
Le notizie che arrivano dal Giappone sono sconcertanti e gettano un cono d’ombra non solo sulla stagione in corso ma sul futuro tutto della casa alata in F1.
Le dimissioni forzate di Takanobu Ito possono essere il perno su cui si gioca il futuro del trinomio McLaren-Honda-Alonso.

La casa di Woking, con Ron Dennis,  aveva spinto e trovato nel “business executive” giapponese il tramite giusto per affrontare un discorso a lungo termine e con investimenti importanti e proprio  su questo legame si era svolta la trattativa che aveva prima allettato e poi convinto Alonso a tornare.
Ora sotto il forfait dell’ormai ex pedina Honda si rischia uno sgretolamente generale che potrebbe di far crollare tutto il castello.
Il matrimonio dell’asturiano(il secondo, nemmeno il primo) con la McLaren sembra già segnato.