La Williams ha dovuto riprogettare interamente la monoposto
Il punto ottenuto da Robert Kubica nel Gran Premio di Germania sta spingendo gli ingegneri della Williams a lavorare duramente per poter migliorare la FW42
Il Gran Premio di Hockenheim è stato uno dei più “pazzi” degli ultimi anni, grazie soprattuto alle condizioni meteo avverse. Sotto la pioggia, infine, l’ha spuntata Max Verstappen ma a sorprendere i tifosi sono stati gli errori commessi dai due piloti della Mercedes, il podio raggiunto da Daniil Kvyat con la Toro Rosso e il punto ottenuto da Robert Kubica, lontano dal Circus per un decennio, sul fanalino di coda del gruppo, la Williams.
Il decimo posto del pilota polacco, però, non è solo frutto della casualità, gli ingegneri della scuderia di Grove hanno portato diversi aggiornamenti sulla FW42 in terra tedesca. Queste novità aerodinamiche hanno trovato grandi conferme anche nell’ultimo appuntamento prima della sosta estiva, il GP d’Ungheria. Per tutta la durata della gara anche George Russell si è dimostrato consistente, riuscendo a terminare la corsa in sedicesima posizione.
La scuderia inglese ha deciso di ripartire da zero per poter riavvicinarsi al gruppo
La Williams ha dovuto apportare grandi cambiamenti, sia nell’organizzazione interna che nel progetto della monoposto, per ottenere questi risultati. Invece di continuare con gli stessi processi che hanno portato la leggendaria scuderia in una profonda crisi, il team ha completato una revisione approfondita delle operazioni svolte in Formula 1. Secondo Claire Williams gli ingegneri sono tornati a “principi base” in molte aree progettuali della monoposto.
Dopo mesi di sacrifici e di duro lavoro, la squadra è convinta di poter reagire nella seconda metà del campionato e di poter lottare con i rivali che navigano a centrogruppo. “Potevamo continuare a girare con la macchina che avevamo o potevamo fermarci e riconfigurare la vettura. Abbiamo preso la decisione consapevole di fermarci, ricostruire e ricominciare da capo per poter cogliere maggiori opportunità in seguito”.
“È stata una grande sfida, una delle più difficili per me. In questo settore le cose sono in continua evoluzione e tu sei sempre in competizione, rispondere ad alcune domande genera una serie di nuovi quesiti. Progettare, sviluppare e provare, progettare, sviluppare e provare; questo crea la fiducia necessaria per impostare un nuovo percorso e una direzione da seguire. Una volta stabiliti, bisogna valutare costantemente i progressi ottenuti e cambiare strategia quando opportuno”.