Blog Life La Russia anti-sportiva non si merita Olimpiadi e Formula 1 8 Febbraio 2014 Eleonora Ottonello Sul nostro portale sono passate le lotte della popolazione bahrenita, attanagliata dai soprusi delle forze di polizia, contro il Gran Premio, gli attacchi di Anonymous avvenuti in più contesti e non potevamo sottrarci da quanto sta andando in scena a Sochi dove sono partiti ufficialmente le Olimpiadi invernali. L’ultima volta che i cerchi olimpici sono sbarcati sul suolo russo, era il 1980, e la città ospitante era quella di Mosca. A distanza di trentaquattro anni, i Giochi sono tornati nella terra degli Zar, ma questa volta a Sochi, una cittadina a cavallo tra le montagne e il Mar Nero, che il prossimo 12 ottobre ospiterà il Gran Premio di Russia. La gara, voluta ardentemente da governo e federazione, finalmente si farà, perché è il caspo di dirlo, che non solo le Olimpiadi, ma anche la Formula 1 inizia a parlare russo. Nel Circus sono presenti due piloti della terra degli Zar, Daniil Kvyat, che guiderà la Toro Rosso avendo preso il posto lasciato libero da Ricciardo, e Sergey Sirotkin, tester della Sauber in attesa della convalida della superlicenza. Poi c’è la Marussia che sventola bandiera moscovita. Eppure, lasciando in un angolo la questione piloti e team, ancora una volta è il business che ha richiesto la necessità del Gran Premio. Sponsor e investitori russi sono sempre più presenti nel Circus iridato: Kaspersky Lab è uno dei più importanti partner tecnici della Ferrari, RBC finanzia la Marussia e tanti sono gli investitori che aiutano con milioni di euro la Lotus. Proprio il team di Enstone, in queste ultime ore ha fatto scoppiare un caso politico: nella giornata di ieri la scuderia inglese, regina sul piano della comunicazione attraverso i social network, ha pubblicato su Twitter un messaggio rivolto agli atleti che prenderanno parte all’Olimpiade: «Prima della cerimonia di apertura, vogliamo augurare a tutti gli atleti dei Giochi olimpici invernali 2014 pieno succeso #Sochi2014». Niente di strano, se non fosse che il messaggio da 140 caratteri è stato accompagnato da una foto che raffigurava due uomini mentre si scambiavano un bacio, un messaggio che ha rischiato di creare un vero e proprio incidente diplomatico. Si, perché il post è schierato contro il governo russo e il presidente, Vladimir Putin, accusato di aver voluto e firmato un’assurda legge restrittiva delle libertà delle persone omosessuali. Non appena il tweet è stato affidato alla rete, in Lotus, che proprio non naviga in acque limpide, l’atmosfera di è fatta pesante perché non sarebbe andato giù proprio a quegli investitori russi (Yotaphone in primis) che, secondo La Gazzetta dello Sport, «si sono fatti sentire minacciosi» obbligando il team di Enstone a un clamoroso passo indietro per evitare che possano saltare le sponsorizzazioni: «Vogliamo sinceramente scusarci per un messaggio non autorizzato postato sul nostro account Twitter quest’oggi e assicuriamo che non si ripeterà». Ma quanto si merita la Russia eventi mondiali come le Olimpiadi e la Formula 1? I Giochi dei cinque cerchi, che da sempre portano avanti la battaglia contro qualunque tipo di discriminazione, in questo specifico caso vogliono essere una celebrazione per Putin e non smettono di alimentare polemiche a riguardo delle restrittive leggi civili. Uno spettacolo monumentale dove mancavano i principali rappresentanti degli stati europei che hanno declinato l’invito del presidente russo. Il presidente degli States Barack Obama, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Francois Hollande e il primo ministro britannico David Cameron hanno fatto sapere che avrebbero disertato la cerimonia in polemica contro le leggi anti-gay. La Germania ha perfino sfilato con una divisa arcobaleno proprio per ricordare la battaglia per i diritti degli omosessuali, gli Stati Uniti hanno fatto sfilare il pattinatore Brian Boitano e la giocatrice di hockey Caitlin Cahow, entrambi omosessuali dichiarati. E l’Italia, invece, ha voluto prendere parte all’esaltazione di Putin, grazie alla presenza di Enrico Letta, sbarcato a Sochi tra le polemiche nella speranza di cercare appoggi economici e istituzionali per la candidatura romana ai Giochi del 2024, perché i soldi vincono sempre sui diritti dei civili. Ma a tener banco sui tavoli della diplomazia internazionale non c’è solo il tema dei diritti civili. Terrorismo e geopolitica la fanno da padroni in uno scenario mondiale che vede la Russia contrapposta alle potenze occidentali, la condizione siriana e quella dell’Ucraina, rappresentano solo le basi di un braciere che è alimentato da troppi dissapori passati. Continue Reading Previous Fernando Alonso Collection: dall’Italia con passioneNext Schumacher sorridente protagonista di una pubblicità: i tifosi si infuriano