La FIA smentisce il sequestro di componenti Ferrari

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Era solo un controllo di routine, nessun atto contro la Ferrari e le sue power unit, quello di mettere sotto sequestro alcuni componenti delle power unit Ferrari, della SF90 e di un’Alfa Romeo, a spiegarlo è stata la stessa FIA.

A calmare le acque dopo le notizie diramate dalla stampa tedesca, è stato un portavoce della FIA che ha dichiarato ad un’emittente televisiva tedesca che quello avvenuto in Brasile: “E’ stato un controllo di routine“.

LE INDISCREZIONI DELLA STAMPA

Infatti, questa settimana, la stampa tedesca aveva affermato che la FIA aveva sequestrato parti del sistema di alimentazione della Ferrari SF90, della Sauber C38 e di una terza monoposto non motorizzata dal team del Cavallino, ma che sempre secondo indiscrezioni sia una Red Bull RB15.

La ragione di questo movimento era di aprire un’indagine e di analizzare in un laboratorio della Federazione i componenti sotto sequestro per chiarire, una volta per tutte, i sospetti esistenti sull’illegalità del motore Ferrari e sul divieto di iniettare refrigerante nella camera di combustione.

I PRIMI SOSPETTI

I primi sospetti sulla legalità del motore Ferrari sono arrivati per primi dalla Mercedes. La Red Bull invece è stato il team che ha chiesto chiarimenti alla FIA senza “denunciare” il team e, in risposta, la Federazione ha emesso due direttive tecniche che chiarivano cosa è legale e cosa non riguarda la questione del flusso di carburante.

Tuttavia, sembrava che questa risposta della FIA non fosse abbastanza chiara per porre fine ai sospetti sulla Scuderia del Cavallino, quindi si è ritenuto che per chiarire tutte le “parti grigie” del regolamento, avessero sequestrato componenti per sviluppare un’indagine più approfondita.

Inoltre, l’agenzia responsabile della regolamentazione della F1 ha negato di aver sequestrato pezzi in Brasile e ha assicurato che tutto ciò che hanno effettuato sono stati dei semplici controlli di routine.

La stampa tedesca invece, ha ritenuto che questi controlli dovevano studiare l’utilizzo del flussometro presente in tutte le monoposto di Formula 1, al fine di scoprire se la Ferrari iniettasse più benzina di quanto consentito dalle normative.