Gran Premio della Cina: nella terra dei simboli.
Questa domenica le monoposto sfrecceranno in Cina, precisamente sull’asfalto del Circuito di Shanghai.
L’autodromo fu costruito tra il 2003 a il 2004, nella periferia della metropoli cinese, per volere dello stesso Ecclestone e porta la firma del famoso architetto Hermann Tilke.
Secondo quanto rivelato da quest’ultimo, la sua progettazione ha rappresentato una sfida senza eguali, in quanto esso rappresentava l’unico spazio disponibile vista la grande espansione territoriale delle città cinesi; il problema era rappresentato dal fatto che il terreno è situato 300m sotto il livello del mare e si presenta prettamente paludoso. Per questo Tilke chiamo con sé un team di ingegneri che lavorarono giorno e notte per progettare un circuito che potesse resistere, letteralmente “galleggiare” senza affondare, il risultato fu un utilizzo di polistirene per le fondamenta pari al consumo annuale di tutta la Cina.
L’ “impresa” di Tilke, 5,451Km e 16 curve, oggi è un mix di spettacolarità e tecnologia, il tracciato, infatti, è stato molto apprezzato dai piloti: grazie alla presenza di curve veloci, rettilinei e staccate violente.
Un’altra particolarità dell’autodromo è la numerosa presenza simbolica; in effetti per i cinesi e gli asiatici in generale i simboli occupano una parte fondamentale nella loro quotidianità, così Tilke ha voluto rendere omaggio ai costumi di questo popolo anche nel suo lavoro.
Iniziando dal fatto che la pista stessa è stata disegnata per rispecchiare il simbolo cinese “Shang” che significa “Alto” o “Al di sopra”; in più la tribuna principale è fiancheggiata da due torri rosse, le quali “guardano” gli ospiti, simboleggiando i caratteristici due leoni presenti all’entrata di molte costruzioni tipiche.
Ulteriormente vi sono i due colori scelti: rosso e oro, che rappresentano la fortuna e il potere; l’acqua è un altro fattore importante ed è presente nel circuito attorno alle costruzioni dei team, difatti secondo la metodologia “feng shui” essa promuove tranquillità e riflessione; e non si possono di certo dimenticare le suggestive tribune a forma di fiore di loto.
Per quanto riguarda alcuni dati riguardanti la storia di questo Grand Premio: la prima edizione nel 2004 vide sul gradino più alto del podio Barrichello sulla Ferrari; l’anno dopo invece ospitò l’atto finale del Mondiale che incoronò Alonso e la sua Renault campioni del mondo.
Infine, parlando di numero di vittorie, il costruttore che si aggiudica il primato è la Ferrari (4), anche se il pilota che detiene: il maggior numero di vittorie (3), quello di pole position (4) e giri veloci (2) resta l’inglese Lewis Hamilton.