Credits: Alpine Press Area
A volte lo sport è proprio strano. Esteban Ocon al termine del 2018 era rimasto senza un sedile, costretto a guardare le corse dal televisore dall’anno successivo. Poi è tornato nella mischia grazie a Renault, che ha creduto in lui mettendolo nello stesso team con due ossi durissimi: prima Daniel Ricciardo, e poi Fernando Alonso. Ed è nella difficoltà di dimostrare il suo valore con le spalle al muro che il giovane francese si è esaltato, arrivando fino all’incredibile vittoria in questo pomeriggio ungherese.
Certo, una vittoria anche fortunosa. Perchè Ocon ha sfruttato prima la clamorosa carambola alla partenza, e poi l’harakiri della Mercedes, che ha fatto rientrare Hamilton con le intermedie quando la pista ormai era asciutta. Ma poi il francese ci ha messo tanto del suo. Resistendo alla grande ad un pilota molto più esperto di lui come Sebastian Vettel, che ha provato a sopravanzarlo dopo il pit-stop. E senza commettere mai una singola sbavatura. Cosa non scontata per un pilota disabituato a lottare nelle posizioni di cartello.
Dei ringraziamenti doverosi. Perchè Alonso, incosciamente, è stato decisivo nel coronare la grandiosa giornata della Alpine, frenando la rimonta di Hamilton con una difesa da vero fuoriclasse. Per Ocon Fernando è una sorta di guida, un maestro dal quale sta cercando di carpire ogni singolo segreto.